Mercoledì 24 Aprile 2024

Samuel, dalla Roma alla fede: l’uscita più bella

Oggi ordinato sacerdote da Papa Francesco l’ex portiere Piermarini, grande promessa. "Mi voleva Stramaccioni, ma io sentivo altro"

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di Paolo Franci

Chissà, quando era ragazzino qualcuno gli avrà anche detto: "Samu, oggi hai parato da dio!". Sì, con la minuscola, incorniciando quel modo di dire che poi sarebbe un 8 in pagella in forma di parola. Samu però, giovane portiere, cercava il Dio con la maiuscola. Lo sentiva dentro. Lo inseguiva.

Oggi, Samuel Piermarini avrebbe potuto essere in campo a Cagliari con la Roma di Fonseca, chissà, al posto di Pau Lopez. E invece, stamane attorno alle 9, Papa Francesco ha ordinato nove nuovi sacerdoti nella basilica di San Pietro tra cui ‘Samu’, oggi 28enne, che al volo tra i pali ha preferito l’abbraccio del Signore. Proprio lui, ha raccontato la scelta che certo non è consueta tra i giovani che crescono con il pallone tra i piedi: " Giocavo ad alti livelli, la Roma mi chiamò per fare un provino - rammenta -. Alla fine mi chiama Stramaccioni (alle giovanili della Roma a quel tempo, ndr) e mi dice: ‘Allora Piermarini, puoi firmare con noi!’. Ma io risposi che non me la sentivo". Da lì, è stato un tutt’uno, dal cambio di vita con l’ingresso al Redemptoris Mater fino all’ordinazione presbiterale di questa mattina.

Samuel non è né il primo e non sarà l’ultimo a preferire i voti sacerdotali a quelli dei giornali sportivi. Succede spesso, succede ovunque, perchè il richiamo del Signore non ha maglia né Paese d’appartenenza. In Premier League c’è stato l’esempio di Philip Mulryne, centrocampista formatosi nel tempio del Diavolo - piano! non ‘quel’ Diavolo, ma i Red Devils del Manchester United - eppoi una carriera tra la lunga militanza nel Norvich City e la soddisfazione di vestire la maglia della Nazionale contro il Belgio e gol a corredo. Phil una volta smesso di giocare, lui che guadagnava 700mila sterline l’anno, ha fatto voto di povertà ed è diventato frate nel 2016.

Ha raccontato di aver resistito alla ‘chiamata’ per tanto tempo, Patrick Kaesberg, promessa dell’Arminia Bielefeld e il sogno di spaccare in Bundesliga prima che la via del Signore, oltre ad essere infinita, è diventata l’unica. Dopo aver giocato nel Darmstadt e nell’Aquisgrana, Patrick ha mollato il calcio e studiato teologia per laurearsi nel 2018. L’anno dopo ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale.

Nell’infinito peregrinare del pallone e dei suoi incroci con la fede, si torna qui da noi dove è custodita la storia di quel ragazzo dall’enorme talento, Graziano Lorusso, classe ‘74, che vince lo scudetto con i Giovanissimi 1988-89 nel Bologna di Davide Ballardini - con il quale si sente ancora e spesso - e convocato con la nazionale Under 17. Con la maglia azzurra, gioca il Mondiale di quella categoria al fianco di Del Piero e Tacchinardi, incrociando i tacchetti con gente del calibro di Veron. Poi col passare degli anni e tra alti e bassi arriva la crisi e la voglia di mollare tutto. E così Graziano torna nella sua Gravina, in Puglia e lì, la chiesa diventa come una casa, confortevole e accogliente. L’incontro con un giovane francescano farà il resto: nel 2004 diventa frate, e nel 2013 sacerdote, Don Graziano. C’è poi chi la chiesa se l’è fatta da solo, come Taribo West, che si è autoproclamato prete della congregazione dei preti pentacostali creata da lui stesso. Su West, circola ancor oggi leggendario aneddoto dei tempi dell’Inter, quando disse a Lippi: "Dio mi ha detto che devo restare e giocare titolare nell’Inter" e l’ex ct rispose: "Ah sì? A me non ha detto nulla...".