Giovedì 18 Aprile 2024

Sabbia e arena, perdono tutti

Doriano Rabotti

Come bambini che litigano sulla spiaggia, uno che non riesce a fare bene il castello di sabbia e abbatte quello dell’altro. La spiaggia è lunghissima, le dune che vanno dal Qatar all’Arabia Saudita, teatro di una baruffa della quale il nostro calcio proprio non sentiva la mancanza, tra federali e leghisti. Ieri, prima ancora del ministro Salvini che era giù anche per il risultato, il presidente della Figc Gravina, pur capendo che il calcio deve seguire la corrente dei profitti, si è detto rattristato per la Supercoppa giocata a Riad e perché su 58mila tifosi (anche meno) solo 400 erano italiani. Il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini gli ha risposto così: "Rattrista non aver visto l’Italia ai mondiali in Qatar".

A condire l’insalata dei bisticci anche il fatto che la Figc non ha seguito la delegazione italiana in Arabia fin da lunedì (ma Gravina martedì era al funerale di Vialli...), e sullo sfondo la presenza di Lotito che di Casini è sponsor storico.

Insomma, invece di ascoltare l’appello del ct Mancini, invece di trovare gli spazi per far crescere i giovani italiani e i modi per far lavorare la nazionale senza che i club la sentano come un peso, i vertici delle anime pubblica e privata del calcio si lanciano frecciate a distanza, come palette sulla sabbia arabo-qatariota.

Il sistema ha mandato tra le dune Milan e Inter per cercare guadagni, ma non è riuscito a inviare gli azzurri nella coppa del mondo.

Di questo passo, sai quando ci torniamo, al mondiale?