Mercoledì 24 Aprile 2024

Rossi, il Normal One che ha fermato Mbappé

Snobbato dal nostro calcio, il riscatto con l’Ungheria portata agli Europei mentre era malato di Covid. "Mi sento un bimbo al Luna Park"

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di Mattia Todisco

C’è un italiano, Marco Rossi, alla guida di una delle grandi sorprese di Euro 2020. L’Ungheria che al debutto ha ingabbiato a lungo il Portogallo di Cristiano Ronaldo, prima di prendere tre gol nel finale arrembante dei lusitani, è riuscita nell’impresa di strappare un punto alla corazzata francese. I campioni del mondo, strafavoriti del torneo, bloccati sull’1-1 da una squadra in cui la stella polare è più che mai il collettivo. Il periodo d’oro dei danubiani è fermo agli anni Cinquanta, alla finale mondiale persa contro la Germania nel ‘54 dopo aver dominato a lungo la scena intercontinentale, potendo contare su Puskas, Hidegkuti, Czibor, Kocsis. Uno squadrone, il terrore dei maestri inglesi, umiliati 6-3 a Wembley nella prima vera "partita del secolo". L’unico giocatore di alto livello dell’Ungheria di oggi è Dominik Szoboszlai, stella del Lipsia, ma il c.t. italiano ha dovuto rinunciare anche a lui, fermato da problemi persistenti all’inguine. Non è nemmeno partito con la comitiva. Comunque andrà a Monaco di Baviera, dove mercoledì alle 21 affronterà la Germania in contemporanea con Portogallo-Francia, l’Europeo dei magari sarà un successo. Dovevano essere la squadra materasso del girone di ferro con tre possibili vincitrici del torneo, arriveranno all’ultimo atto potendo ancora giocarsi le proprie carte.

A Budapest, l’italiano Rossi è visto con la riconoscenza che si deve a un grande allenatore. Ha conquistato il titolo nazionale nel 2017 con la Honved, storica squadra i cui maggiori fasti coincidono con quelli di oltre mezzo secolo fa della rappresentativa ungherese, quando il campionato era un trionfo che mancava al club da 14 anni. In Italia, dove aveva visto la Serie A da onesto difensore (Torino, Brescia, Sampdoria e Piacenza) ma era arrivato al massimo alla C come tecnico (Lumezzane, Pro Patria, Spezia, Scafatese e Cavese), ci si era ormai dimenticati di lui. L’avventura all’estero non era una novità, quando nel 2012 ha accettato il primo incarico in Ungheria. Da giocatore era finito in Messico con l’America e in Germania con l’Eintracht Francoforte a metà anni Novanta, anni nei quali tentare l’esperienza fuori dai confini nazionali era ben lontano da essere la norma.

Ora, con 56 primavere alle spalle, Rossi è all’apice. Una vetta inimmaginabile fino a qualche anno fa. Dopo l’1-1 contro Mbappé non è riuscito a trattenere la commozione. "Io un palcoscenico così l’ho visto solo in tv, a 56 anni mi pare di essere un bambino al Luna Park – ha detto –. Poi, come i bambini, quando sei al Luna Park vuoi giocareCi proverà, l’italiano Rossi assieme ai suoi volenterosi prodi, a completare il capolavoro. Sarebbe una replica della qualificazione del 2016, quando l’Ungheria centrò gli ottavi di finale da prima del raggruppamento F. Allora, però, oltre al Portogallo c’erano Islanda e Austria, non Germania e Francia. E proprio l’Islanda è stata la squadra, battuta 2-1, contro cui è arrivato il pass per Euro 2020. Un gol decisivo di Szoboszlai, il grande assente, ha dato il via alla grande festa che il ct si è potuto godere soltanto a distanza. Da lottatore, sempre con qualche ostacolo in più da dover superare, Rossi non si è fatto mancare nemmeno il Covid. Proprio nei giorni della partita più importante della carriera. Un trionfo in smart working. Il più bello della vita, almeno fino al prossimo. Se mai dovesse cadere la Germania...