Giovedì 18 Aprile 2024

Ronaldo, è un finale d’oro che non luccica

Il miliardo garantito dall’Al Nassr consola solo in parte dopo gli ultimi flop in campo. E ora la rivale Al Hilal vende la maglia col nome di Messi

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di Paolo Grilli

Consumato dal perenne inseguimento del proprio mito, quasi divorato dalla brama di abbattere ogni record, Cristiano Ronaldo non ha trovato altra via che quella del denaro per restare nell’Olimpo del pallone. Pecunia non olet, e il luccichio di quel tesoro tra le dune trasforma l’Arabia in un orizzonte di fine carriera accettabile.

Privilegi e paradossi di chi è fuori dal comune. Sul campo, in Qatar, di CR7 sono rimaste solo le lacrime per un’eliminazione ai quarti che ha fatto piazza pulita del suo sogno più puro di campione, quello di issarsi con la propria nazionale sul tetto del mondo. Ma le consolazioni erano già dietro l’angolo. La prima, più spiccia: la Rolls Royce datagli in regalo per Natale dalla sua Georgina. Quasi nulla rispetto alla seconda, il miliardo di euro che l’Al Nassr gli garantirà di qui al 2030, prima per avvalersi prima dei suoi gol, poi del suo potere mediatico da ambasciatore per i Mondiali che i sauditi vogliono ospitare assieme ad Egitto e Grecia.

A Ronaldo d’Arabia, la platea globale del pallone non perdona ora l’umanissima volontà di monetizzare al tramonto della sua era sportiva. Per qualsiasi lavoratore, la prospettiva di maggior guadagno è ambita e sacrosanta. Ma alle semi divinità del calcio non è concessa.

La stessa critica investì Messi, un anno e mezzo fa, quando rinunciò a giocare solo per la gloria col suo Barça che affondava optando per i petrodollari qatarioti garantiti dal Psg. Ma poi Leo ha cambiato pelle e si è guadagnato il titolo di leggenda prendendosi il Mondiale con l’Argentina. Facendo pace con se stesso e rimettendo sui binari di una confortante logica un po’ tutto il calcio, sistema tornato immediatamente più giusto e credibile quando la ’Pulce’ ha alzato quella Coppa che non poteva mancargli.

Uno smacco per Cristiano, che al rivale di sempre per il trono di miglior calciatore non ha nemmeno fatto i complimenti sui social. Ora, però, Mister Miliardo ha colto al volo la chance del controsorpasso. Dal prato verde ai verdoni. Forbes ha già certificato che in virtù del nuovo contratto, CR7 tornerà lo sportivo più pagato al mondo. E Messi dovrà accontentarsi addirittura della quinta posizione, dietro anche al golfista Phil Mickelson, a Kylian Mbappé e al pugile Canelo Alvarez. Tutti “doppiati“ nelle cifre dal neo sceicco Cristiano. Gli strenui difensori del campionissimo portoghese diranno che anche Pelé, arrivato alla parte discendente della sua parabola sportiva, era approdato in Usa seguendo la scia dei dollari. Ma o Rei non aveva più niente da chiedere al campo, con i tre Mondiali vinti. E c’era l’opportunità di lanciare il soccer nel Continente più calcisticamente inespugnabile grazie alla sua inimitabile dote di classe e sorrisi. L’operazione riuscì, a con cifre ben diverse da quelle in gioco oggi per Cristiano. Uno che, è bene ricordarlo, la madre Dolores, una volta incinta di lui, non voleva far nascere perché in casa non c’erano più soldi per crescerlo. Il mancato aborto ha poi regalato al mondo il fuoriclasse. Sempre CR7, già nel 2015, si era guadagnato sul sito dosomething.org il titolo di sportivo più generoso al mondo in virtù delle molteplici donazioni ai bisognosi.

Ora il campo chiama Cristiano. Ma non è più la stessa cosa. L’avversaria che potrebbe avere nel mirino si chiama Al Shabaab, la capolista del campionato, che l’Al Nassr sfiderà sabato 14. Difficile che CR7 sia già in campo giovedì 5 contro il Tal.

Intanto, mentre il numero 7 finisce immancabilmente al portoghese e l’uzbeko Marsharipov dovrà sceglierne un altro, la grande rivale Al Hilal ha messo in vendita la maglia di Messi con il 10. Sfottò? O c’è Leo in arrivo? In realtà, si sta già organizzando per il 19 gennaio una amichevole “All Star“ con da una parte il Psg, e dall’altra una selezione di giocatori di Al Nassr e Al Hilal in terra araba. Nessuno potrà mai separare i destini di quei due.