Divin Codino, Roberto Baggio si racconta per il film Netflix sulla sua vita

Baggio presenta il film Netflix sulla sua vita e racconta aneddoti e pensieri su calcio, famiglia, buddismo... e sul suo codino

Roberto Baggio con la maglia della Nazionale nel 2004

Roberto Baggio con la maglia della Nazionale nel 2004

Il Divin Codino si racconta: Roberto Baggio torna a fare notizia non solo per il film in arrivo su Netflix a partire dal 26 maggio. Nella conferenza stampa online di presentazione, il numero 10 più famoso e amato d’Italia ha raccontato la sua a tutto campo, a partire dall’idea della pellicola biografica: "Cosa mi ha convinto ad un film su di me? Se oggi siamo qua in gran parte è merito di Vittorio (Petrone, il suo manager ndr.). Pensavo ma a chi interessa la mia vita e la mia storia...lui mi ha convinto. Io non lo avrei mai fatto di mia scelta".  

Il film e il rigore sbagliato

Il film 'Divin Codino' è un'opera di fiction, diversa dal puro documentario che 'Mi chiamo Francesco Totti' che si può vedere in streaming su Amazon Prime Video. Nei panni di Baggio c’è Andrea Arcangeli, affiancato da Andrea Pennacchi nei panni del padre Florindo, Valentina Bellè in quelli della moglie Andreina e Thomas Trabacchi in quelli del manager Vittorio Petrone. Baggio in conferenza ha ripercorso alcuni passi della sua carriera, alcuni dei quali fanno parte della memoria collettiva degli italiani, come il rigore sbagliato nella finale con il Brasile nel 1994: "Me lo porterò dentro per sempre. Era il sogno della mia vita calcistica e allo stesso tempo un qualcosa che, per come è andata a finire, non posso mettere da parte. L'ho vissuta malissimo, perché dopo aver sognato per milioni di notti di realizzare questo sogno, poi non ci sono riuscito".

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Famiglia e percorsi

Ma il 'Divin Codino' non si limita al calcio: la regia di Letizia Lamartire indaga la vita di un uomo fuori dai soliti schemi e palcoscenici del calcio italiano. La timidezza, la riservatezza, i suoi demoni e un pensiero che ha saputo andare oltre il solo pallone. Un pensiero speciale al padre Florindo, che è mancato nel corso delle riprese: "Vorrei che i ragazzi che vedono a volte i genitori come nemici, capissero che quello è solo amore. Senza il padre che ho avuto, non sarei riuscito a combinare niente, mi sarei arreso subito". Oppure ancora: "Il percorso conta più dell'obiettivo: se sai di avere fatto tutto quello che potevi, e di averlo fatto al meglio, hai già vinto".  

Buddismo e Codino

La sua carriera è durata tanto (Vicenza 1982- Brescia 2004), ma ha forse portato poco nelle sue bacheche: 2 scudetti, una Coppa Italia, una Uefa. Ma Baggio ha incantato generazioni e ha saputo superare le difficoltà (tanti infortuni) grazie alla sua ricerca di spiritualità e alla pratica buddista: "Prima di qualcosa di importante, per esempio le finali, spesso mi facevo male. È il mio karma da combattere, per fortuna il buddismo mi ha aiutato e ancora ne faccio tesoro". Infine una rivelazione sul codino, che nacque per caso: "Eravamo in ritiro al mondiale americano del '94, in hotel c'era una cameriera di colore con le treccine colorate tra i capelli, perfette, bellissime. Le feci i complimenti e lei mi rispose: ragazzo, perché non te le fai anche tu? Dopo due ore era lì che trafficava con la mia testa. Poi legammo le treccine con un banale elastico, altrimenti correndo mi sarebbero andate in faccia. Ecco, il famoso codino è stato inventato così, per caso e per gioco. Mai avrei immaginato che sarebbe diventato il mio simbolo".