Giovedì 18 Aprile 2024

Ritorno allo stadio, mille motivi per esultare

Il piano: apertura parziale dal primo maggio, ma solo in zona gialla. Allo studio tutte le misure di sicurezza, a giorni l’annuncio

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Aria nuova per lo sport e per il calcio. All’aperto, ora, si può. Dopo l’ok alla presenza di pubblico all’Olimpico per le quattro partite dell’Europeo in giugno, sono ora gli amatori e i tifosi a poter intravedere un ritorno alla normalità mai così agognato in questo terribile anno abbondante di pandemia. Anche se soprattutto per gli stadi, in realtà, è ancora da definire la road map ufficiale per il ritorno sugli spalti. Ma si lavora, con tutte le cautele del caso, per portare dal primo maggio fino a mille persone alle partite di calcio.

L’annuncio di Draghi sul ritorno alle zone gialle da lunedì 26 aprile ha comunque rasserenato il cielo plumbeo dello sport e ridato orizzonti a questo vasto mondo: si torna a giocare a calcetto da fine mese, si riaprono (per pochi) gli stadi e i palazzetti dall’inizio di maggio, piscine e palestre hanno la loro data a cavallo tra maggio e l’inizio di giugno.

La scelta di prediligere, per la ripartenza delle attività sociali, tutto cio che si fa all’aperto è stata definita nella cabina di regia del Governo è ed annunciata in conferenza stampa dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, e dal ministro della salute, Roberto Speranza.

"Aperture graduali e caute", dirà poi Franco Locatelli, coordinatore del Cts. Ma anche dal comitato c’è poi già l’ok alla percentuale di pubblico a seguire i campionati di interesse nazionale di Coni e Paralimpici. Il dipartimento Sport si metterà subito al lavoro per portare nel cdm atteso per metà della prossima settimana il provvedimento che riguarda il settore.

Le linee sono chiare: dal 26 aprile si può tornare a fare qualsiasi tipo di sport all’aperto, anche quelli di contatto, dal calcetto alla partita di basket o di beach volley, purchè ovviamente in zona gialla.

Da notare che nell’ottobre scorso le decisioni erano state inverse rispetto a ora. Erano stati infatti bloccati prima gli sport di contatto e solo dopo un paio di settimane piscine e palestre.

Dal primo maggio, in ogni caso, e questa è la vera scelta a sorpresa, si riaprono le porte degli stadi. Come per gli spettacoli, ci sono delle percentuali massima da definire: l’ipotesi è 25% della capienza, con un massimo di 500 persone in palazzetti e 1.000 negli stadi. L’apertura vale solo per gli sport agonistici, riconosciuti di interesse nazionale da Coni e Cip.

In ogni caso, i dettagli e i parametri saranno messi a punto nei prossimi giorni: distanziamento, mascherine, controlli della temperatura all’ingresso sono tra i vincoli per le società sportive e gli spettatori.

"Non c’è ancora nulla di ufficiale, è una riflessione che non è stata ancora approfondita, non c’è una posizione netta in questa direzione – ha avvertito ai microfoni di Sky Andrea Costa, sottosegretario di Stato alla Salute –. Se ci saranno le condizioni saremo ben contenti di poterlo fare di farlo, ma non c’è ancora una decisione certa, stavamo ragionando sull’ultima giornata di campionato, sulle ultime due, ma è una riflessione ancora aperta".

Diverso il discorso, come detto, per palestre e piscine, che da tempo premono per una riapertura e speravano in un anticipo. Il cronoprogramma del Governo qui invece prevede per metà maggio l’ok alle piscine all’aperto, per il primo giugno per "alcune attività delle palestre al chiuso". Da definire ulteriormente anche qui i protocolli sanitari, che dovrebbero ricalcare quelli già usati nella scorsa estate: ad esempio i 7 metri d’acqua a persona, il divieto di doccia nelle palestre. "Eravamo pronti a ripartire per i primi di maggio – dice il presidente dell’Associazione nazionale impianti sport & fitness (Anif), Giampaolo Duregon – dopo oltre un anno di chiusura. Questa è un pò una doccia fredda, anche se almeno c’è una data certa, ma l’1 giugno è molto, molto lontano, Un altro mese è mezzo fermi si traduce in un altro enorme danno".

Paolo Grilli