Mercoledì 24 Aprile 2024

Rihanna la madre di tutti gli show Mahomes l’eroe del trionfo Chiefs

Super Bowl, la star incinta sul palco. Kansas City trascinata dal quarterback, a Travis la sfida dei fratelli Kelce

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di Gigi Paoli

"Oh my God, she’s pregnant!".

E’ un collega australiano – armato di un piccolo binocolo da teatro – ad amplificare la notizia nella notizia: l’Halftime Show di Rihanna, 13 minuti di musica nell’intervallo del Super Bowl, si prende la ribalta planetaria. E non solo per il ritorno sulle scene dopo sette anni di silenzio e un figlio (già immortalato su Vogue prima che nascesse), ma perché l’artista delle Barbados decide di salire su una passerella sopraelevata sul campo di gioco e da lassù, imbustata in un abito scarlatto molto largo ma volutamente non abbastanza, mostra al mondo che aspetta il secondo figlio. Ed è la prima donna incinta a esibirsi in tale occasione. A ufficializzare la sua gravidanza, dopo uno show in cui da casa molti si chiedevano il perché della limitata mobilità della cantante, è stato poi il suo portavoce bloccando sul nascere ogni illazione. Non bloccando però l’account Twitter di Donald Trump, che l’ha bollata "come peggior esibizione di sempre, non ha talento". Non è vero, anzi, ma l’uomo è noto per il rancore e nessuno dimentica, figuriamoci lui, che Rihanna ha più volte esternato la sua opposizione a Donald. "Quando diventi mamma – aveva spiegato la cantante – c’è qualcosa che ti succede dentro, un momento in cui pensi che puoi conquistare il mondo. E il Super Bowl è uno dei palcoscenici più grandi: da una parte ti fa paura, ma dall’altra è la sfida più grande di tutte, ed è importante che mio figlio lo veda".

Questo, però, era solo lo show dell’intervallo. Sessantamila persone allo State Farm e 100 milioni nei soli States davanti alla tv hanno assistito a una delle finali del campionato pro di football più avvincenti di tutti i tempi: hanno vinto i Kansas City Chiefs (secondo titolo su tre finali in 4 anni) per 38-35 con un field goal, un calcio da 3 punti, di Harrison Butker dalle 27 yard a 8 secondi dalla fine. Con sovrappiù di polemiche: nel finale gli arbitri hanno rilevato un fallo di un difensore degli Eagles, favorendo i Chiefs. Sui social è esplosa la bufera, concludendo così una stagione Nfl ricca di discussioni molto ‘italiane’ sugli arbitri, ma nel post gara sono stati gli stessi Eagles a dire che la chiamata era ok e la polemica si è spenta. Miglior giocatore della partita, e degno erede di Tom Brady, è stato il quarterback dei Chiefs, Patrick Mahomes, uscito a fine secondo quarto per un colpo alla caviglia già lesionata. Sembrava finita lì, perché Phila aveva dominato la prima metà della gara (con il suo quarterback-corridore Jalen Hurts) e si era andati all’intervallo con gli Eagles avanti 24-14. E qui si è fatta la storia, perché nei 56 Super Bowl precedenti una squadra andata al riposo con un vantaggio in doppia cifra aveva vinto 26 volte su 27. Chi era il 27? Facile, Brady. E chi è stato stavolta? Il suo erede, Mahomes, che è tornato in campo indemoniato soggiogando, anche psicologicamente, gli avversari.

Dura, durissima, essere di Philadelphia in queste ore: la città dell’amore fraterno, in 3 mesi, ha perso la finale della Major league baseball, quella della Major league soccer e ora il Super Bowl. Fa male. E che qualcosa potesse andare storto, a Philadelphia, lo si capisce proprio dalla traduzione in inglese: fa male si dice ‘it hurts’, il cognome del quarterback degli Eagles.

Infine, era il Super Bowl dei fratelli Kelce e per una volta il minore, Travis dei Chiefs, ha consolato il maggiore, Jason degli Eagles, con un lungo abbraccio.

La frase dello sconfitto al vincitore, rubata dalle tv, è già passata alla storia: "Fuck you, congratulations". Tradurre non si può. E in fondo, tra fratelli alla fine di un Super Bowl dove uno deve per forza vincere e l’altro deve per forza perdere, che altro ti vuoi dire?