Re Roger è stanco: "Non mi serve il tennis"

Federer lavora per tornare a Basilea e nella Laver Cup, ma ammette: "E’ bello vivere la famiglia, lo sport non è la mia intera identità"

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di Paolo Franci

Per il popolo Rogerista, l’allarme è scattato ieri attorno all’ora di pranzo. "Se non sei più competitivo, allora è meglio smettere. Io non credo di aver bisogno del tennis", parola di Roger ’The King’ Federer. Un’uscita che si è conficcata come un dardo acuminato nel cuore di decine e decine di milioni di fan. Un’uscita figlia di un’intervista ad un giornale olandese che ha mandato letteralmente nel panico il popolo dei Rogeristi, praticanti e non. D’altra parte, se Federer decidesse di togliersi le ’On’ (le scarpe con cui gioca) per indossare un bel paio di ciabatte, non sarebbe neanche così strano. A tre settimane dal 41° compleanno (l’8 agosto prossimo) e dopo tre operazioni al ginocchio destro, l’ultima delle quali dopo aver giocato e perso a Wimbledon un anno fa ai quarti con Hurkacz, se ’The King’ decidesse per il ritiro ci starebbe tutta.

"Sono felice delle piccole cose, come quando mio figlio fa qualcosa di giusto o mia figlia torna a casa con un bel voto. Il tennis non è la mia intera identità. Voglio continuare ad avere successo e mettere energia negli affari, ma questo può essere fatto anche al di fuori dello sport. So che una carriera professionale non può durare per sempre e va bene così".

Va detto che Roger Federer, pur distante anni luce come tipologia di persona e personaggio, potrebbe ripercorrere - anzi lo sta già facendo: i suoi spot sono gustosissimi, in particolare l’ultimo con Anne Hathaway per il turismo in Svizzera - la via di Eric Cantona, capace di fare molte cose e bene una volta smesso di giocare, dall’attore al narratore, al testimonial e ’ministro’ di vacanze da sogno. Roger ha tutto per essere tutto: classe, eleganza, ironia, presenza fisica, capacità dialettica e imprenditoriale. S’è migliorato campo tanto quanto lo ha fatto fuori in questi 25 anni di classifica Atp.

Attenzione però: stiamo mica dicendo che si ritira, macchè!

E’ già iscritto al torneo di Basilea in ottobre e ha già detto di voler partecipare alla Laver cup, il torneo a squadra tra giocatori europei e resto del mondo. Questo non vuol dire che Roger non stia assaporando il ’dopo’ tenendo un piede di qua e uno al di là dalle righe del campo da tennis. Dice: "Wimbledon? Strano guardarlo in tv" pur avendo partecipato alla festa del centenario, la sofferenza c’è stata: "Ho sempre partecipato dal 1998...". Poi, il sapore del caos calmo: "Sono stato in viaggio per così tanto tempo che è stato bello vivere un po’ di pace, vedere i miei amici che venivano a trovarmi con continuità. L’itinerario tennistico a volte è eccessivo soprattutto se devi tenere conto dei figli".

Papà Roger si sofferma sui suoi eredi: "È bello prendersi una pausa adesso, anche per loro. Abbiamo amici in tutto il mondo. Posso onestamente dire che sono molto felice a casa. È un grande vantaggio poter fissare un appuntamento tra tre settimane e farlo davvero senza che la realtà mi sorpassi. A me manca lo sport. Ma sento che la vita a casa, in modo diciamo normale, è anche bella".

Tutto vero e ci hai quasi convinto, Roger. Poi però andiamo su Instagram e troviamo i video dei tuoi allenamenti nel percorso verso il pieno recupero. E tutto sono tranne che una testimonianza di chi vuole davvero posare la racchetta e inforcare le ciabatte.