Razzoli è tornato tra i grandi Terzo a Wengen nello slalom, un podio atteso per sei anni

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di Leo Turrini

La storia di Giuliano Razzoli, ieri a Wengen tornato sul podio dello slalom in Coppa del Mondo dopo sei anni, è una delle più belle di questo inverno azzurro.

Per il trentasettenne sciatore reggiano la rinascita ha un sapore romantico, addirittura in stile…Conte di Montecristo: il Razzo, come lo chiamano gli amici, vinse addirittura l’oro olimpico a Vancouver, nel 2010. Io ero là e quasi non mi sembrava vero: un altro emiliano in trionfo tra i paletti dei Giochi, dopo Alberto Tomba!

Dopo, il destino ha presentato il conto a questo bravissimo montanaro dell’Appennino. Tra infortuni anche gravi, malanni fisici, difficoltà con i materiali, sfiducia dell’ambiente e bla bla bla, Razzoli era stato inghiottito dal buco dell’anonimato. Se in una gara azzeccava il risultato, la volta successiva capitava qualcosa. Come in una sorta di gioco dell’oca.

Eppure, Giuliano non ha smesso di crederci. In Coppa del Mondo è partito persino con il pettorale oltre il numero sessanta, confuso tra gli sconosciuti. Si pagava non di rado i viaggi, le trasferte. Per passione. Meglio: per amore di un mestiere, il mestiere dello slalomista, che interpreta come pochissimi.

Adesso, questo novello Conte di Montecristo è riapparso tra i big. Con il suo sorriso mite e la sua tenacia feroce.

Il podio di Wengen, su un pendio micidiale, non è il primo acuto della stagione: tanto che Razzo attualmente occupa il quarto posto nella classifica di specialità. Sta a pochi punti dalla vetta. In teoria, potrebbe pure aggiudicarsi la Coppetta.

A margine di tutto questo, o se preferite in coda, c’è spazio per un rimpianto. Per volontà del presidente Malagò, alla cerimonia inaugurale dei Giochi portano il tricolore una donna è un uomo capaci di vincere l’oro in una precedente edizione della Olimpiade.

Per Pechino, nell’autunno scorso il CONI ha designato giustamente Sofia Goggia. L’ultimo maschio azzurro in attività campione olimpico negli sport invernali si chiama Giuliano Razzoli.

Ma in autunno nessuno immaginava potesse meritare la convocazione per Pechino.

Sono cose che capitano quando sei il Conte di Montecristo dello sci alpino.

Ordine d’arrivo: 1° Lucas Braathen (Nor) in 1’41”48, 2° Daniel Yule (Svi) a 0”22, 3° Giuliano Razzoli a 0”29, 4° Fabio Gstrein (Aut) a 0”32, 5° Manuel Feller (Aut) a 0”39.

Classifica generale slalom: 1° Sebastian Foss-Solevag (Nor) 180 punti, 2° Yule (Svi) 162, 3° Braatehn (Nor) 155, 4° Razzoli 154.