Razzetti-Matteazzi: è subito grande bellezza

Oro e bronzo nei 400 misti: la prima finale è dominata dagli azzurri che chiudono la giornata inaugurale in testa al medagliere

di Gianmario Bonzi

Ok l’inizio è giusto. Un oro, quattro medaglie, l’atteso bagno di folla&caldo nel rinnovato Parco del Foro Italico, il primo posto provvisorio nel medagliere e soprattutto i cuori sempre in alto per una squadra azzurra pronta a prendersi l’Europa acquatica in senso assoluto. Il primo re di Roma 2022 in corsia risponde al nome di Alberto Razzetti da Lavagna, cresciuto a Sestri Levante e ora trapiantato professionalmente a Livorno. Dopo l’argento di Budapest 2021, il fenomenale ligure, partito dalla farfalla per allargare poi gli orizzonti ai misti, conquista un oro strepitoso nei 400 misti, per coraggio, conduzione tattica della gara e personalità. Trascinando con sé sul terzo gradino del podio il compagno, amico e rivale di sempre, il vicentino Pier Andrea Matteazzi. A dividere i due azzurri c’è solo il magiaro e tricampione europeo (2014-2016-2018) David Verraszto, ungherese, favorito della vigilia. In contumacia del campione uscente, però, il russo Borodin, e del bronzo di Budapest 2021, il britannico Litchfield e del campione del Mondo Marchand, l’occasione era ghiotta e Razzetti ha dimostrato di saperla cogliere al meglio, da campione di razza, già oro europeo in corta nei 200 farfalla e campione del mondo in vasca da 25 metri su 200 farfalla e con la 4x100 misti.

Insomma, quando c’è da vincere, Razzo c’è. Alberto parte a tutta a farfalla, per una volta resiste senza crollare a dorso (frazione debole), rimonta a rana e scappa via senza voltarsi più indietro a stile, toccando in 4’10’’90, non troppo lontano dal personale di 4’09’’91.

Matteazzi invece è terzo con la seconda prestazione singola di sempre, 4’13’’29. Alla fine i due azzurri si abbracciano tra gioia e commozione, con lo stadio del nuoto in delirio: "Ho la pelle d’oca. Vincere in casa è una gioia incredibile - spiega "Razzo", tifoso della Ducati, anche se non possiede moto -. La gara l’avevo preparata in questa maniera, non ho perso troppo nella frazione a dorso e poi ho sparato tutto. E’ l’emozione più bella della mia vita".

Matteazzi, in genere timido e riservato, non sta nella pelle: "Sentire l’inno è da brividi. Una gioia incredibile, quasi inaspettata".

Per l’Italia ecco la quattordicesima e quindicesima medaglia nella specialità (4-3-8), l’ultima fu il bronzo di Federico Turrini a Londra 2016; l’oro mancava però da Berlino 2002, quando sul tetto d’Europa salì il piemontese Alessio Boggiatto, a seguire Giovanni Franceschi (1° a Roma 1983) e Luca Sacchi (in trionfo ad Atene 1991). Solo Marin e Boggiatto, per due edizioni consecutive, Madrid 2004 e Budapest 2006, sono saliti contemporaneamente sul podio europeo dei 400 misti, ma sempre argento (Luca) e bronzo (Alessio) dietro sua maestà Laszlo Cseh. Oro e bronzo mai. Fino a ieri.