Rafa XIV, il regno dei record può continuare

Roland Garros, Nadal stende Ruud in finale e promette altre sfide: piede permettendo. La grinta infinita di chi ha vinto il 22esimo Slam

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di Paolo Franci

Ha trattenuto le lacrime, Rafa, nel momento in cui s’è reso conto di averlo fatto ancora, per la 14esima volta, un record che mai più - ne siamo convinti - sarà eguagliato. Sì, Rafa Nadal ha vinto il titolo di Re di Francia e dunque della terra rossa - quella superficie che gli è amica e sorella - per la 14esima volta e lo ha fatto a 36 anni compiuti proprio in questi giorni, battendo non solo Casper Ruud nettamente in finale (6-3 6-3 6-0) ma via via 4 top ten, compreso il povero Zverev vittima di un infortunio alla caviglia ma a quel punto già invischiato nella ragnatela maiorchina. Lo ha fatto, anche, finendo al quinto contro quell’animale pericoloso - tennisticamente parlando naturalmente - di Auger-Aliassime al quinto set, in una sorta di strano derby, perchè Toni Nadal, zio di Rafa e suo vecchio allenatore, oggi è il coach del giovane canadese.

Sì, 14 volte come il suo Real Madrid- lo avrete visto: era a Parigi per la finale di Champions - del quale sogna un giorno di essere presidente. E ora che farà Rafa, costretto a fare i conti con un problema fisico che, ormai, pare irrisolvibile?

Nella giornata di ieri, prima della finale con Ruud, si era sparsa la voce secondo la quale Rafa aveva chiesto di poter fare una conferenza stampa non prevista, a prescindere dal risultato del match. Da lì, uno più uno: dà l’annuncio del suo ritiro. Dopo lunghi momenti di fibrillazione tra giornali on line e social, è arrivata la smentita dell’agente del giocatore: nessuna conferenza prevista. Resta però il fatto che, dopo aver centrato un’impresa straordinaria e in condizioni fisiche sempre in bilico, c’è da capire quali saranno le decisioni del più grande giocatore – Slam alla mano siamo 22 a 20 rispetto a Nole e Roger – di tutti i tempi e dominatore assoluto della terra rossa.

Questa finale di Parigi sarà la sua ultima, straordinaria interpretazione al Roland Garros o la voglia infinita di Nadal farà ancora un miracolo, a 37 anni compiuti? Nei giorni di Parigi, Nadal non ha toccato in modo deciso l’argomento futuro, ma ha accennato ai problemi al piede che gli fa talmente male da "rendermi infelice anche nella vita di tutti i giorni". Per giocare a Parigi, Rafa è ricorso alle cure dei medici e agli anestetici locali.

La finale, per assurdo, è stata però la partita forse più semplice dell’intero torneo. Rafa ha difeso alla grande e costretto Ruud a giocare spesso in difesa e controtempo, trascinandolo nella battaglia su scambi prolungati e tenendone a bada il dritto incrociato, l’arma migliore di Ruud. Per il norvegese non c’è stato nulla da fare e via via la partita è diventata una marcia trionfale per Nadal: 6-3. 6-3, 6-0. E pensare che la condizione fisica non perfetta di Rafa nella semifinale con Zverev, interrotta drammaticamente al tramonto del secondo set per il ko del tedesco, aveva fatto pensare che Ruud avrebbe potuto avere chance proprio sul piano della freschezza atletica. E invece, l’allievo cresciuto alla tennis Academy di Rafa, non ha avuto chance. Se il record dei 14 titoli al Roland Garros è enorme e rumoroso, lo è altrettanto lo score degli incontri di Rafa sulla terra francese. Nadal ha giocato a Parigi 115 volte, perdendo solo in tre occasioni.E ora, chissà se ci sarà mai la partita numero 116 per questo incredibile, straordinario fenomeno della racchetta.