Giovedì 25 Aprile 2024

Quei soprannomi da Abatino a Piper

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"Maciste" era uno dei tanti soprannomi che davano allegria e vita ai protagonisti del calcio, passando rapidamente dalla penna di Gianni Brera all’espressione comune. Come non ricordare l’Abatino, soprannome di un Gianni Rivera dai modi gentili e prudenti, Rombo di Tuono per un Riva autentica forza della natura, Puliciclone per Paolo Pulici. Con Brera Osvaldo Bagnoli diventa lo Schopenauer della Bovisa, Franco Causio il Baron Tricchetracche, Lele Oriali è Piper, per lo stile frizzante e Zenga Deltaplano per i tuffi plastici. Ma non solo calcio: per Felice Gimondi conia "Nuvola Rossa", chiaro richiamo alla sfida contro i colossi americani. E poi ci sono i termini "tecnici": la "rifinitura" intesa come ultimo allenamento pre-gara, il "contropiede" che oggi molti tecnici si vergognano di usare preferendo il "calcio verticale" o le orrende "ripartenze" ed infine perfino "melina" mutuato dal dialetto bolognese e "incornata". Se il calcio è cambiato, anche il modo di raccontarlo lo è: ma un reel o una story non varranno forse mai l’allusione maliziosa, la metafora geniale, l’accostamento irriverente e complice di un soprannome.