Mercoledì 24 Aprile 2024

Quei finti elogi per Paulo

Italo Cucci

Sapevo da tempo che Dybala sarebbe stato ripudiato dalla Juve. Da Allegri. Non ho bisogno di prove. Mi basta semplicemente la memoria. Arrivò Dybala, a Torino, accolto erroneamente come novello Sivori, lui Joya, lui tanguero di Caricias, non di Milonga, lui con lo sguardo dolce anche quando si voleva Zorro; Omar una furia espressa con sorrisi che ferivano come i colpi secchi che facevano insieme tibia e perone altrui. Se volevano, alla Juve avevano ben altri storici modelli argentini da proporre, ad esempio Mumo Orsi, il Violinista, che “pativa una scarsa forza fisica, mancanza cui sopperiva - scrisse Gino Bacci - con un’affinata tecnica e una spiccata capacità nel dribbling, spesso preceduto da finte di corpo”.

Giocò qualche partita, Paulo, poi finì spesso in panchina. Criticai la mossa, su queste pagine, e Allegri mi fece conoscere il suo disappunto attraverso una gentil signora dell’ufficio stampa oggi felicemente parigina. Il Sassuolo gli aveva dato alla testa.

A onor del vero, Dybala la Joya, Paulo ci ha messo del suo per andarsene, almeno da quando è tornato Allegri e la Juve ha rinunciato a Ronaldo, col,quale era pappa e ciccia. A CR7 contestarono la mancata vittoria in Champions per la quale l’avevano acquistato, svenandosi.

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