Giovedì 18 Aprile 2024

Quegli autogol sui social

Doriano Rabotti

È incredibile la leggerezza con la quale certi campioni dello sport si comportano, loro che sicuramente conoscono molto bene il mondo social del terzo millennio. Anzi: molti l’hanno messa a reddito, la partecipazione attiva sui vari Facebook, Twitter, Tiktok eccetera.

È un loro diritto, ma cancella anche l’alibi di non sapere come funziona la comunicazione in questo mondo iperconnesso e sovraesposto. Quindi è difficile accettare le spiegazioni di Iker Casillas dopo la sua battuta di qualche giorno fa ("sono gay, spero che mi rispetterete"): ha detto che sono stati gli hacker, ma se anche fosse vero, ci ha messo troppe ore a spiegarlo. E ancora meno giustificabile è la risposta dell’ex Barcellona Puyol ("E’ ora che raccontiamo la nostra storia, Iker"): le due ex bandiere di Real Madrid e Barça sono riuscite nell’impresa di riunire il tifo contro le loro sciocchezze, non solo da parte della ’comunità LGBTQ+’.

E che dire delle ragazze della nazionale femminile di calcio dell’Irlanda, che dopo aver battuto la Scozia, negli spogliatoi hanno cantato un coro che inneggia all’Ira, l’Irish Republican Army responsabile di tanti attentati? Ovviamente sono state riprese e sono finite sui social. La loro allenatrice, l’olandese Vera Pauw, ieri ha presentato le sue scuse e ha spiegato che dopo le calciatrici erano "devastate".

Avranno cantato a loro insaputa...