Mercoledì 24 Aprile 2024

Quartetto rosa in trionfo Ragazzi e Barbieri d’argento

Mondiali, oro storico nell’inseguimento con Fidanza, Guazzini, Balsamo e Consonni. Nel maschile il team di Ganna sfiora l’impresa, Rachele super nell’eliminazione

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di Angelo Costa

C’è un oro italiano che profuma di storia ai mondiali della pista: è quello del quartetto femminile dell’inseguimento, perché non si era mai visto. Lo firmano Martina Fidanza, Chiara Consonni, Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini, che dalla cima del podio vedono le Olimpiadi e non solo perché si gareggia a Saint-Quentin-en-Yvelines, alle porte di Parigi, nel velodromo che fra due anni ospiterà i Giochi. A impreziosire una giornata memorabile sono gli argenti del quartetto maschile e di Rachele Barbieri nell’eliminazione. Un oro e due argenti, facce diverse della stessa medaglia: dispersa su strada, soprattutto con i maschi, l’Italia in pista vola.

Ironia della sorte, entrambi i quartetti azzurri se la giocano con la Gran Bretagna: va meglio alle donne, che spazzano via il trenino guidato dalla Archibald, due titoli olimpici e quattro mondiali in bacheca. E’ un atto di forza, un’esecuzione perfetta: dopo aver amministrato le energie in semifinale contro l’Australia, dove viene schierata Martina Alzini per avere la Fidanza più fresca, le azzurre aggrediscono la finale fin dal primo metro, quasi a voler intimidire le rivali, e guadagnano giro dopo giro, chiudendo col nuovo record italiano (4’02’’076) e completando la rincorsa alla cima del podio dopo il bronzo del 2018 e l’argento dello scorso anno.

Non riesce il bis, invece, al quartetto maschile, campione olimpico e iridato in carica: reduci da una stagione logorante su strada e non solo, Pippo Ganna, Simone Consonni e Jonathan Milan, che rispetto a Tokyo hanno al fianco Manlio Moro al posto di Lamon, si inchinano ai britannici in una finale che non li vede mai davanti.

Agli azzurri manca la proverbiale rimonta conclusiva, come sempre affidata a Ganna: ironia della sorte, il fresco primatista dell’ora deve cedere lo scettro mondiale nella specialità all’ingegner Bigham, suo collaboratore tecnico alla Ineos nonché suo predecessore nell’albo del primato.

"Non si vince sempre", l’amarezza di Milan, mentre Consonni vede sfumare la possibilità di festeggiare il titolo con la sorella Chiara ed entrare così nella ristretta categoria dei fratelli iridati nello stesso giorno.

Se l’argento del quartetto regala un pizzico di delusione, ben altro sapore ha quello di Rachele Barbieri: nell’eliminazione, la reginetta degli Europei (oro nell’americana e nell’omnium, argento nel quartetto, bronzo su strada) si arrende soltanto alla strafavorita belga Lotte Kopecky, che per aver ragione della tenacia della modenese deve addirittura impegnarsi per staccarla.