Mercoledì 24 Aprile 2024

Più utile a Pirlo che al Mancio

Giuseppe Tassi

Quando parla un Monumento, é bene alzare le antenne. Il monumento con la M maiuscola é Marcello Lippi, campione del mondo con la nazionale a Berlino 2006 e ultimo re di Champions alla guida della Juve.

In un’ intervista a Radio Sportiva il grande Marcello ribabisce che non andrà mai più in panchina ma che a primavera potrebbe rivestire altri ruoli. E qui si aprono scenari possibili, piste che portano all’azzurro o al mondo bianconero.

Lippi come cordinatore delle nazionali é un progetto che il presidente Gravina ha già accarezzato e mai sepolto. Una cena più o meno misteriosa con l”ex Ct scateno’ le ire di Mancini, all”oscuro di quell’incontro galeotto. Ma con tutto il rispetto per il Monumento, credo che l’idea di riportare Lippi nel clan Italia non sia la più felice. Mancini ha riacceso l’entusiasmo per la nazionale dopo il flop mondiale del 2018. Ha garantito gol , spettacolo, e una promettente filosofia di gioco, che ci ha fatto riscoprire l’amore per l’azzurro. E pure nei comportamenti fuori dal campo ha espresso pareri spesso contro corrente: in tema di Covid e a difesa del mondo dello sport. Il segno di una personalità forte, di un profilo alto, che difficilmente accetterebbe la convivenza con un leader naturale come Lippi.

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