Più che scudetto sfida tra filosofie

Leo Turrini

C’erano una volta Maradona e Platini. In tempi più recenti c’è stato anche un duello fra le opposte filosofie di Allegri e di Sarri, ma non fu la stessa cosa. Però in fondo fa bene al cuore di noi malati di nostalgia scoprire, quasi all’improvviso, che Napoli-Juventus torna ad essere la sfida scudetto. Perché è un po’ l’eterno confronto fra due idee distinte e distanti dell’Italia, del pallone, della passione. Libero ognuno di decidere dove stia di casa la ragione: eppure, al netto di qualunque strumentalizzazione, Napoli-Juventus sarà sempre ben più di una partita.

È ben vero, a scanso di equivoci, che venerdì sera nello stadio dedicato al Pibe de Oro non si deciderà nulla: ci sta ancora un intero girone da disputare! Ma il calcio ha questo di bello: è uno sgangherato meccanismo psicologico, dunque la Signora ha recuperato tre (3) punti in nove partite alla squadra di Spalletti, eppure viene vissuta e raccontata come l’artefice di una mostruosa rimonta. Per tre (3) punti. Davvero, se non ci fosse il football andrebbe inventato.

Piuttosto, il romantico appuntamento del San Paolo sarà anche la sublimazione di un conflitto culturale che va oltre le dinamiche delle politiche di bilancio dei due club, sempre sperando non siano veri i sospetti delle procure sulle operazioni finanziarie dipinte di bianconero.

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