Venerdì 19 Aprile 2024

Pirlo sogna Isco, ma la Signora fa i conti

Matuidi a Miami apre la ’rottamazione’ bianconera. Il nuovo tecnico vuole anche Tonali. Ma la Juve deve ridurre i costi: e il titolo perde .

di Gianmarco Marchini

Le rivoluzioni non si fanno solo con il coraggio: serve, prima di tutto, una montagna di quattrini. Lo sa bene, Andrea Agnelli, che però ha considerato giusto il prezzo da pagare per liberarsi di Maurizio Sarri. E pazienza se il mai amato tecnico toscano gli costerà 20,3 milioni lordi di stipendio fino al 30 giugno 2022. Il presidente della Juventus corre contro il tempo: vincere la Champions fino a che c’è Cristiano Ronaldo, anche per ammortizzare il Colpo di due anni fa da 115 milioni di cartellino più 31 annui di ingaggio. Credendo al fatto che, come detto nell’immediato post-Lione, CR7 "farà sicuramente parte del progetto" e che non siano vere le voci insistenti sul Psg, ad Agnelli resta una cartuccia da sparare: il prossimo anno (in pochi credono al 35enne portoghese a Torino fino al 2022). La Juve deve conquistare l’Europa per sistemare un bilancio fortemente appesantito dall’aumento dei costi non coperto dai ricavi. La prima semestrale 201920, si è chiusa con un meno 50 milioni, aggravato dagli effetti del Covid (tra cui lo Stadium a porte chiuse). La Signora quest’anno deve andare all-in: non poteva investire tempo su un tecnico di cui palesemente non si fidava più, posto che ci sia mai stata vera complicità tra le parti.

Via allora alla rivoluzione Andrea Pirlo che, da listino, costa tutto sommato poco (1,8 milioni, meno di Pioli, Simone Inzaghi e Gasperini), ma ha ambizioni extra-lusso.

Il ventaglio dei desideri del Maestro va da gente come Isco, campioni già fatti, a quelli come Tonali, cioè campioni che si faranno. In mezzo, una lista di nomi da Pogba a Milik. La Juventus ha intenzione di accontentare il più possibile l’ex regista della Nazionale perché la scelta di affidargli la panchina è un rischio enorme che la dirigenza si è presa e quindi vuole ridurre al minimo le possibilità di un fallimento le cui conseguenze - in termini sportivi ed econimici - sarebbero ben più grandi di quello sarriano. C’è, però, bisogno di abbattere il muro dei costi, costruito soprattutto dai ricchissimi contratti con cui in questi anni la Signora è riuscita a centrare scudetti su scudetti, fino all’incredibile record dei nove consecutivi. Largo alla rottamazione, quindi, cominciata ieri con la ormai definita cessione di Blaise Matuidi all’Inter Miami di David Beckham. Il francese, 33 anni e 3,5 milioni di stipendio, è il tipo di giocatore di cui Paratici vuole liberarsi, in una lista che comprende Gonzalo Higuain (32 anni, 7,5 milioni) e Sami Khedira (33 anni, 6,5 milioni), per finire poi ad Alex Sandro, De Sciglio, eccetera eccetera.

Fin qui, il capo dell’area Sport ha viaggiato sull’onda delle plusvalenze (160 milioni al 30 giugno). Ha poi giovato il taglio di quattro mensilità deciso durante il lockdown (i bianconeri furono i primi), per un risparmio di 90 milioni da spalmare poi nel prossimo esercizio. Prima di sognare, però, bisogna guardare dentro la Borsa, con la ’b’ maiuscola: ieri il titolo è arrivato a perdere fino all’11,5%, chiudendo in calo del 7,1%. Una flessione su cui pesa l’uscita dalla Champions, costata 10,5 milioni ad Agnelli. E a Sarri la panchina.