Giovedì 18 Aprile 2024

Pioli e il dono della normalità

Italo Cucci

Il Milan continua a crescere. Anche in Europa. A suon di gol, con allegria. Nonostante al presente gli manchi Ibrahimovic - come in campionato - ma Zlatan non ronaldeggia, non ha record da battere né si sente insostituibile: sta in tribuna e sorride. Guarda compiaciuto i ragazzi rossoneri - cito i ventenni Hauge, Kessiè, Hernandez, Gabbia, Dalot e Superdonnarumma - e quel bravo bravissimo sostituto, Çalhanoglu, che insieme vanno avanti disinvolti anche se l’approccio - termine di moda - li ha visti distratti fino a prendere subito due gol; quelli che hanno suscitato per qualche minuto - ne sono convinto - i soliti commenti: sì, va bene, ma non può tenere. E invece il Milan tiene. E va ai sedicesimi. Nonostante in panchina ci sia Pioli, Mister Normalità, e non l’intellettuale Giampaolo o il mago Rangnick. Pioli ha avuto negli anni più fiducia dai grandi club che fortuna: poi ha trovato una società che si è organizzata con saggezza, senza effetti speciali e con Paolo Maldini ha cercato - appunto - la normalità che non bastava a Boban. Pioli ha cucito gli strappi, ha ricamato le smagliature, ha accettato l’affiancamento di Ibra che non gli ha mai fatto ombra e anzi ha portato il sole a San Siro già perso nelle nebbie. Et voilà, mentre i pessimisti accusano ancora stupori gli ottimisti traggono anche da questo Milan europeo voglia di scudetto.

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