Pioggia di polemiche sulla gara che non c’è

Ore di attesa, poi appena due giri che premiano Verstappen. Secondo Russell, terzo Hamilton che si sfoga: "Una farsa, rimborsate i tifosi"

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di Leo Turrini

Forse la cosa più giusta, nonchè più banale, l’ha detta con molta franchezza Carlos Sainz. Il mai disputato gran premio del Belgio si era appena concluso con la certificazione di un risultato di fatto determinato a tavolino e lo spagnolo della Ferrari ha commentato l’intera vicenda con sobria ruvidezza. "Lo so che ho preso mezzo punto -ha detto Sainz- Ma non è giusto. Abbiamo provato a correre e purtroppo non c’erano le condizioni. A quel punto, sarebbe stato opportuno annullare tutto, invece di stilare un ordine d’arrivo". Ineccepibile. Del resto, anche il vero beneficiario della applicazione del regolamento, Verstappen, non ha esitato ad ammettere: "Non è questo il modo in cui preferisco vincere".

L’attesa. All’epilogo, vagamente imbarazzante, si è arrivati dopo un’attesa durata ore. Alle 15, era già chiaro che le estreme condizioni metereologiche non avrebbero permesso una effettuazione regolare della gara. Di più: addirittura, durante il giro di ricognizione, il messicano Perez si era schiantato con la seconda Red Bull. Data la partenza dietro la safety car, la giuria ha presto capito che non era possibile immaginare di fare disputare il gran premio. Dal cielo continuava a cadere acqua a secchiate. La foresta delle Ardenne era praticamente allagata e l’asfalto si era trasformato in un ruscello, se non addirittura in un fiume. La visibilità era azzerata e i rischi erano enormi. Hamilton, che si trovava in terza posizione sulla griglia di partenza, è stato il primo, via radio, a chiedere l’interruzione. "È troppo pericoloso", ha detto Lewis.

La regola. Con il passare delle ore, non c’è stato alcun miglioramento. A quel punto, in assenza di soluzioni diverse, diventava necessario applicare il codice vigente. Dopo le 18, i 20 piloti sono tornati in pista e sono di nuovo partiti in scia alla safety car. Ma non era immaginabile correre: dopo una manciata di minuti, è calata la bandiera rossa e tutti sono stati mandati a casa. Qui entra in ballo, appunto, la regola. Ed essendo stato percorso il numero minimo di giri, le posizioni sull’asfalto sono state certificate alla stregua di un ordine d’arrivo vero e proprio. Quindi, ha vinto Verstappen, premiato con metà punteggio (12,5). Secondo Russell con la Williams. Terzo Hamilton con la Mercedes. Lewis si è poi sfogato sulle storie di Instagram: "Oggi è stata una farsa e gli unici a rimetterci sono i tifosi che hanno pagato bei soldi per vederci correre, andavano rimborsati. Siamo stati mandati fuori solo per una ragione". Domenica si corre in Olanda, a casa Verstappen. La guerra continua. Anzi, ricomincia: a Spa è andato in scena un armistizio.