Per la cessione dell’Inter c’è una prima firma

Sottoscritto l’accordo per una trattativa in esclusiva con Bc Partners che scadrà a febbraio: club valutato dalle controparti 750 milioni

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di Giulio Mola

e Mattia Todisco

L’austerity imposta già in estate dalla Proprietà, il profondo rosso nel bilancio, il mancato pagamento degli stipendi, le prime indiscrezioni arrivate a fine anno riguardo un possibile disimpegno di Suning, il “congelamento“ del mercato, le conferme da ambienti finaziari di trattative in corso per la cessione di quote del club, fino al CdA straordinario di giovedì che ha ribadito "la forte contrazioni di ricavi" e dunque le difficoltà economiche in cui versa l’Inter. Ce n’è abbastanza per essere preoccupati sul futuro della Beneamata. Certo (e non poteva essere altrimenti), Zhang senior ha pure voluto rassicurare tutto l’ambiente sul fatto che "la stabilità verrà garantita", ma la realtà è che in questa pesante situazione di stallo dal punto di vista finanziario, con i cinesi a caccia di capitale fresco vista l’assenza di liquidità, Suning lavora a fari spenti per preparare l’uscita. Sua e probabilmente di alcuni pezzi da “novanta“ della rosa.

Prova ne è la notizia delle ultime ore riguardo un negoziato in corso col Fondo inglese Bc Partners, di cui si parla già dai primissimi giorni dell’anno. Secondo quanto trapelato da ambienti finanziari, le parti avrebbero firmato già lo scorso dicembre l’accordo per una trattativa in esclusiva e che scadrebbe solo all’inizio di febbraio. Fino ad allora, dunque, non ci sarebbe la possibilità da parte di altri fondi eventualmente interessati (oltre agli svedesi di Eqt e americani di Arctos Sports Partners si aggiungono Ares e Temasek, di Singapore) di inserirsi in un’operazione che sembra avere già solidissime basi. Bc Partners, che non ha nascosto il suo stupore per il clamore che sta accompagnando tutta la vicenda, sta svolgendo già da qualche settimana la costosissima “due diligence“ sui conti, al termine della quale verrà formulata un’offerta per la maggioranza delle quote o per una parte minoritaria delle stesse.

La valutazione a cui le controparti sarebbero arrivate sull’asse Milano-Londra è di circa 750 milioni di euro, debito incluso, per la totalità delle quote del club, di cui Suning detiene il 68% (il 31% è invece in mano a LionRock Capital). Ad oggi ogni ipotesi futura è plausibile, nel senso che Zhang Jindong potrebbe vendere solo una quota di minoranza oppure accogliere un nuovo azionista di maggioranza. L’operazione è complessa, vanno incastrate le necessità di tutti i protagonisti in causa, senza dimenticare le direttive di Pechino che ha imposto alle proprie aziende di non investire più soldi all’estero nel mondo del pallone.

A condurre la trattativa sono sempre Nikos Stathopoulos, co-head di Bc Partners, e i vertici del colosso di Nanchino, che sta affrontando da tempo difficoltà economiche dovute in particolar modo alla pandemia di Covid-19. Ostacoli che riguardano l’azienda stessa e l’Inter, a cui stanno venendo a mancare gli introiti del botteghino e per la quale a febbraio ci saranno delle scadenze da onorare. E anche se la società ha garantito che gli obblighi verranno rispettati, in modo da non incorrere in sanzioni, le preoccupazioni restano. Tanto più che dal paese del Dragone non giungono buone notizie: l’edizione di ieri dell’Oriental Sports Daily riportava che il Jiangsu Suning, club campione in carica della Chinese Super League (CSL) e sempre di proprietà del gruppo Suning, è in arretrato di tre mensilità sul pagamento dei giocatori e del tecnico (pronto a rivolgersi alla Fifa). L’ultimo bonifico riguarderebbe infatti un solo mese di stipendio pagato nella giornata di martedì 12 gennaio e le pendenze ammontano a 3 milioni di euro. A questo punto diventa fondamentale, per il club nerazzurro e non solo, l’accordo che la Lega Serie A sta per firmare con i fondi interessati ai diritti tv del triennio 2021-2024. Nelle casse delle società entreranno complessivamente 1,7 miliardi di euro.