Mercoledì 24 Aprile 2024

Pep e Messi in crisi nera, l’Inter ci prova

Guardiola pensa alla Pulce per il City ma gli sceicchi non possono rischiare col fair-play: Marotta attende il supervertice di oggi dei catalani.

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di Mattia Todisco

Tra Barcellona e Manchester City è stata una battaglia a chi ha preso più critiche dopo i quarti di finale di Champions League. Vincono i blaugrana, per le proporzioni della disfatta, 8-2 pur contro una corazzata come il Bayern Monaco. Anche il City, sconfitto 3-1 dal sorprendente Lione, ha però dovuto sentirsi le sue. Particolarmente Guardiola, uscito alle soglie del penultimo atto nella massima competizione continentale per la terza volta, a cui va aggiunta un’altra eliminazione avvenuta addirittura agli ottavi. Da quando ha lasciato la Catalogna (e Messi) al tecnico iberico non è mai andata bene in Europa. Ha vinto in ambito nazionale, sia con il Bayern che con il City, ma la Champions non è più stata il suo giardino. Chissà se riunendosi con il fuoriclasse argentino non possa sperare di avere più chance, sebbene per battere il Lione sarebbe forse bastato prendere decisioni differenti in sede di formazione iniziale e che sia Sterling che Ederson non incappassero in marchiani errori tra gol sbagliati a porta vuota e prese mancate su conclusioni più che parabili. Il Daily Mail ha spinto ieri sul tasto del ricongiungimento tra allievo e maestro. Nel 2021, non adesso, perché l’anno del Covid crea problemi di spese anche a chi non se n’è mai fatti troppi ed è passato indenne dal giudizio del Tas dopo aver rischiato l’esclusione dalle coppe europee per decisione dell’Uefa. In Spagna, in realtà, sono molto meno convinti che la rivoluzione blaugrana possa toccare la "Pulce", tra i pochi dai quali si dovrebbe ripartire per evitare nuove figuracce. In tutto questo ci sarebbe anche l’Inter, che al mercato e ai sogni più o meno fattibili pensa poco di questi tempi perché le ragioni del campo sono di superiore interesse. Anche quando si comincerà realmente ad affondare il colpo per alcuni obiettivi nel mirino (un centrocampista top e un quarto attaccante in primis) al momento Messi non dovrebbe figurare tra questi. Non ci sono ancora le condizioni, Covid o meno, senza contare che difficilmente il fuoriclasse argentino lascerà nell’anno peggiore della sua carriera a livello di squadra, pur da capocannoniere della Liga. Potrebbe ancora fare il percorso inverso Lautaro Martinez, da Milano a Barcellona, ma ad oggi tutto sembra fermo. I blaugrana devono prima riorganizzarsi a livello societario, capire se Bartomeu rimarrà in sella o no, se arriverà Koeman come allenatore o chi per lui al posto di Quique Setien. In più resta la necessità di fare cassa con giocatori da tempo al di fuori del progetto come Coutinho e Dembelé, costati un occhio della testa e mai all’altezza del compito. Il brasiliano, in prestito al Bayern, si è anche tolto la soddisfazione di segnare due gol da subentrante nell’8-2 rifilato dai tedeschi al Barça.

Mentre i media di mezza Europa si rincorrono nel provare a capire se la ‘Pulce’ lascerà la maglia blaugrana dopo la vergogna col Bayern, e in caso per quale squadra, il Barcellona affronta la sua crisi. È stato convocato infatti per oggi un direttivo del club, nel quale il presidente Bartomeu dovrà affrontare i nodi di una sconfitta senza precedenti, che chiude un’epoca. "Setien sarà esonerato e verrà fissata una data per le elezioni dei prossimi vertici societari", ha spiegato una fonte del club confermando le indiscrezioni del Mundo Deportivo su una riunione di urgenza convocata per oggi. "Ci scusiamo con i tifosi: delle scelte saranno fatte", ha detto Bartomeu subito dopo l’incredibile 2-8 col Bayern. Al momento sono quattro i candidati al voto per sostituire Bartomeu (Font, Farré, Laporta e Fernandez Ala), oltre a Setien dovrebbe essere licenziato il ds Abidal. Solo dopo si affronterà la questione delle questioni: il futuro di Messi.