Mercoledì 24 Aprile 2024

Pellegrini illude Mou. Verona è ancora fatale

I giallorossi vanno spesso in apnea e le scelte del tecnico non convincono: "Persi troppi duelli". La cura Tudor già efficace sui gialloblù

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di Paolo Franci

Il tocco al cachemire di Lorenzo Pellegrini aveva illuso Mourinho. Un colpo di tacco in contromani che aveva lanciato la Roma lassù, in testa da sola almeno per qualche ora. Poi chissà. Però fin lì, la sensazione di allarme sul gioco romanista e sul modo di approcciare al match non era mai cessata. Tante, troppe cose brutte per pensare di portarla a casa pur con quella genialata del capitano romanista.

E infatti, alla fine Mou ripeterà a disco incantanto: "Devo rivederla in tv, devo rivedere il dvd, se non la rivedo non capisco cosa sia successo". In parte però, l’ha capito eccome quando dice: "Siamo arrivati sempre in ritardo sulle seconde palle e abbiamo perso troppi duelli individuali". Di fatto, una bocciatura. A partire da Abraham che guizzo sull’autogol del pari a parte, ha perso tutti i duelli con il pur tosto Dawidowicz. La Roma non ha giocato, s’è mostrata confusa nella costruzione e, come dice Mou: "Troppe palle lunghe", un sintomo chiaro di confusione. D’accordo, dall’altra parte c’era una Verona che al trauma dell’esonero di Di Francesco ha reagito come meglio non si potrebbe, rifilando tre gol alla prima in classifica. Non convincono però alcune scelte di Mourinho, anche se emergono prepotentemente le carenze di rosa di questa squadra. Shomurodov largo a sinistra non ha funzionato (c’era El Shaarawy in palla...) e gli attaccanti più in generale non hanno aiutato come nelle precedenti occasioni, mandando in apnea la squadra con il risultato di ritrovarsi con la difesa sempre sotto pressioni. È un fatto che Mou non abbia un primo ricambio di livello per i due titolari di centrocampo che non siano giovanissimi (Darboe) o per niente convincenti (Villar e soprattutto Diawara), ma è anche vero che la via non può essere quella di mettere dentro tutti gli attaccanti per - alla fine - non tirare mai in porta, o quasi.