Venerdì 19 Aprile 2024

Paura Dygert, vola per dieci metri

La pluricampionessa mondiale, 23 anni, esce di strada e finisce nel vuoto: ha una ferita grave ad una gamba

Migration

di Angelo Costa

Comincia col brivido il mondiale di Imola: nella crono donne dominata dalle olandesi, la campionessa uscente Chloé Dygert perde il controllo della bici e vola oltre il guard rail, precipitando lungo il costone. Ai tecnici che la seguono in ammiraglia, subito accorsi in suo aiuto, appare cosciente, anche se con una brutta e profonda ferita alla gamba sinistra: trascorre un’ora prima che i soccorritori riescano a posizionarla su una barella, riportarla sulla sede stradale e avviarla all’ospedale.

‘E’ come se fosse stata attaccata da uno squalo’, la cruda testimonianza di un fotografo che riesce a raggiungere il luogo dell’incidente, che avviene quando la Dygert, 23 anni, svariati titoli mondiali e medaglie olimpiche in pista, sta affrontando l’ultimo terzo di gara, dopo aver fatto registrare il miglior tempo provvisorio. In un’ampia curva verso destra, in un tratto di discesa, la bici della campionessa statunitense all’improvviso ‘impazzisce’, forse per la foratura del pneumatico anteriore: con le mani sulle appendici del manubrio, senza il tempo di frenare, Chloé prima striscia contro il guard rail sulla sua sinistra, tagliandosi la gamba sopra il ginocchio, poi vola di sotto, nel campo dove viene rinvenuta dopo un salto di una decina di metri. Ai soccorritori appare grave, ma non in pericolo di vita: ora ci si augura che questo incidente non condizioni una carriera già brillante.

Mentre si consuma il dramma Dygert, a vincere il titolo va Anna Van der Breggen, che a trent’anni centra l’oro nella crono mondiale dopo quattro argenti. Precede la svizzera Reusser e la connazionale Van Dijk, completando un mese perfetto: pochi giorni fa ha firmato il suo terzo successo al Giro d’Italia, anche in quel caso dopo la caduta che ha tolto di scena un’altra olandese, il fenomeno Van Vleuten. Delle azzurre, entra in classifica Vittoria Bussi: la primatista dell’ora, che ha lasciato un dottorato a Oxford per dedicarsi alle crono, chiude decima, migliorandosi notevolmente rispetto al passato. Deludente e delusa Vittoria Guazzini, venticinquesima.

Ben altro brivido ci si aspetta oggi dalla crono maschile, dove Filippo Ganna non insegue solo il podio, ma la storia: mai un italiano ha conquistato il titolo iridato della specialità. Sui 31 chilometri del tracciato imolese, il re dell’inseguimento è atteso da una ricca e nobile concorrenza: su tutti il suo compagno di team Rohan Dennis, vincitore degli ultimi due mondiali, a seguire il recordman dell’ora Campenaerts e l’altro belga Van Aert, più i vari Dumoulin, Cavagna e Kung, gente che questo genere di esercizio può insegnarlo a chiunque. Oltre a Ganna, che dopo il Mondiale punterà alla prima maglia rosa al Giro, gli azzurri schierano Edoardo Affini, 24 anni come il compagno di Nazionale.

In attesa di entrare in scena con i fatti, l’Italia che più conta si affida alle parole. Quelle del ct Cassani sono di fiducia: ‘Non siamo i favoriti, ma sono certo che correremo con il cuore come la Nazionale ha fatto fin dai tempi di Alfredo Martini. Nibali? Non si discute, è il simbolo del ciclismo italiano e può sempre fare cose che non ti aspetti’, racconta il ct. Conferma il diretto interessato: ‘Mi affaccio a questo Mondiale in punta di piedi, non penso di essere l’unica punta di questa squadra, ci sono molte frecce a disposizione. Come sto? I miei dati sono buoni, se mi sblocco da un momento all’altro, come mi è già capitato in carriera, posso anche dire la mia’, i dubbi del campione siculo a due giorni dalla gara.