di Paolo Franci Chiamarlo ‘spezzatino’, di per sé, è già bruttino. Chissà, magari sarebbe il caso di definirlo calcio ‘democratico’ o, per metterla giù in politichese, ‘egualitario’. Perchè se la si vede al di fuori del solito (stucchevole) dibattito dei bei tempi di 90esimo minuto con le partite in contemporanea, quella che potrebbe arrivare è una vera e propria rivoluzione che consentirà alle ‘piccole’ di sentirsi finalmente ‘grandi’. Come? Semplice. Se dovesse andare in porto la grande svolta progettata dalla Lega di Serie A – attenzione però: lunedì prossimo l’Assemblea andrà al voto e ci vogliono 14 voti favorevoli per far passare la proposta – naturalmente con il pieno appoggio di Dazn, tutte le 20 squadre di Serie A avrebbero il privilegio di andare in diretta senza la concorrenza di un altro match, in alcuni casi ‘tiranno’ dal punto di vista della scelta, a maggior ragione quando gioca una big. Un esempio: se si gioca una partita tra Verona e Udinese in contemporanea con l’Inter o la Juve, è del tutto evidente come – a parte i tifosi ‘diretti’ delle squadre – i fan del pallone non schierati per logica di tifo sceglierebbero la partita di Inter o Juventus. Logico. Il nuovo modo di trasmettere il pallone garantirebbe dunque alle medio-piccole di trovare audience senza dover vivere all’ombra di squadre più pesanti. Il che potrebbe generare business, azioni di marketing più efficaci e una visibilità per sponsor e inserzionisti pubblicitari – all’interno dello stadio ad esempio – certamente maggiori e non paragonabili in caso di contemporaneità dei match. Inoltre, vi sarebbe maggior interesse per gli inserzionisti di stazza medio-piccola, stimolati all’advertising dalla garanzia della diretta in esclusiva (anche) delle piccole squadre, laddove le tariffe sono certamente minori rispetto alle gare delle big. Si è detto che Lega di Serie A e Dazn ...
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