Mercoledì 24 Aprile 2024

Parigi-Roubaix 2019, la favola di Areruya: primo africano nero della corsa

Il giovane ruandese debutta sul pavè francese. E il grande Hinault applaude: "Joseph è il Sagan della sua terra, presto stupirà"

Joseph Areruya

Joseph Areruya

Roma, 12 aprile 2019 - Abituato a scrivere pagine di storia nel ciclismo del suo Paese, Joseph Areruya ne scriverà una inedita in quella della Parigi-Roubaix 2019: sarà il primo africano nero a partecipare alla classica del pavé. Il talento ruandese, 23 anni, vincitore di una tappa al Giro under due anni fa, è stato infatti convocato dalla Delko Marseille, una delle sei formazioni invitate dagli organizzatori: mai un ciclista dell’Africa subsahariana aveva preso parte alla prestigiosa corsa francese.

"Ha il fisico e le qualità per essere in futuro un protagonista della Parigi-Roubaix", sostengono i suoi tecnici, mentre il grande Bernard Hinault, che lo ha visto correre spesso nella scorsa stagione, si sbilancia ulteriormente: "Areruya è il Peter Sagan africano, fisicamente è impressionante". Alto 1,76 per 74 chili di peso, Areruya sta vivendo da un paio di stagioni dentro una bolla di gloria: dopo l’affermazione al Giro dilettanti, si è preso due tappe e la classifica finale del Tour du Rwanda. Lo scorso anno, il primo da professionista, ha vinto la Tropicale Amissa Bongo con un successo di tappa, il Tour de l’Espoir e il titolo nazionale della crono, meritando il premio di ciclista africano dell’anno.

Adesso debutta alla Roubaix, in un giorno speciale per il suo Paese: è la domenica in cui si commemora il genocidio del popolo ruandese, avvenuto un quarto di secolo fa. Grazie a lui, le due etnie che per anni sono state rivali, gli hutu e i tutsi, tiferanno insieme per un idolo che rappresenta l’intero Rwanda: anche nel terzo Millennio, il ciclismo resta uno sport che unisce e non divide.