Mercoledì 24 Aprile 2024

Papera Casillas su Twitter: "Colpa degli hacker"

Coming out fasullo sul profilo del mito del Real e Puyol gli risponde: "Iker, raccontiamo la nostra storia". Poi le scuse di entrambi

di Paolo Franci

"Espero que me respeten: soy gay", Spero mi rispetterete: sono gay . Un tweet secco, brutale, diretto, firmato Iker Casillas che ha trasformato una domenica di pigra follia social - i social lo sono sempre un po’ folli no? - in un vero e proprio uragano, partendo da Twitter, per travalicane i confini e rimbalzare ovunque nel mondo. Il numero delle reazioni, incalcolabile.

Tra queste, una che sarebbe stata inequivocabile se non si fosse chiarito poco dopo l’accaduto. E cioè di Carles Puyol, nemico di cento partite nell’eterna rivalità Real-Barcellona. L’ex difensore blaugrana ha risposto: "È il momento di raccontare la nostra storia Iker". Altra benzina sul fuoco della morbosa curiosità social, mentre c’è chi ricorda come Casillas abbia alzato la Coppa del Mondo baciando in mondovisione Sara Carbonero, la giornalista poi divenuta sua moglie e dalla quale ha avuto due figli prima di separarsi.Poco dopo la pubblicazione del coming out di Casillas però, il tweet scompare. Cancellato.

Passano pochi minuti e arriva la spiegazione con un altro tweet di Iker: "Account hackerato. Mi scuso con tutti i miei follower. E, naturalmente, più scuse alla comunità LGBT". Prima del chiarimento di Casillas la stampa spagnola aveva sposato la tesi della ironica (di pessimo gusto) risposta ai gossip su flirt con numerose signore. A ruota, anche le scuse di Puyol sui social: "E’ stato uno scherzo goffo e privo di cattive intenzioni, ma del tutto fuori luogo", ha scritto la bandiera del Barcellona. Di fatto chiudendo il caso ma non le polemiche. L’ultimo calciatore a fare coming out, lo scorso anno è stato Joshua Cavallo, 22enne centrocampista australiano dell’Adelaide United. Anche Anton Hysen, il figlio dello svedese ex Fiorentina e Liverpool Glen, nel 2011 aveva rivelato la propria omosessualità, il primo in Svezia.

Il primo in assoluto a raccontare di essere gay è stato invece, negli anni ’90, Justin Fashanu. In quel periodo, ci voleva coraggio a dichiararsi e infatti la reazione di Brian Clough coach della sua squadra, il Nottingham Forest, fu verbalmente e pubblicamente molto violenta. Fashanu morì suicida nel 1998. C’è poi Robbie Roger ex nazionale americano che lascia il Leeds nel 2013 e poco dopo si dichiara gay. L’esempio per tutti è invece l’italiano Rosario Coco, giocatore dilettante che nel 2019 fonda una tra le principali squadre di calcio a 5 gay-friendly italiane, la “Lupi Roma Outsport”. Un team che rientra nell’omonima associazione che persegue "i valori dell’inclusione attraverso la pratica sportiva".