Giovedì 18 Aprile 2024

Paltrinieri e i suoi fratelli: cinque uomini d’oro

Greg scappa subito e domina i 1.500: terzo titolo. La 4x100 mista sorprende gli americani con Ceccon, Martinenghi, Burdisso e Miressi

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di Gianmario Bonzi

L’orgoglio. Dopo il pregiudizio. E un cerchio che si chiude definitivamente in uno sport nel quale l’Italia, ammettiamolo, per 80 anni abbondanti e con la sola eccezione di Novella Calligaris, è rimasta ai margini dell’impero. Ebbene sì, il nuoto adesso siamo noi. Con la certificazione di qualità griffata dalla staffetta più bella, quella mista, quella che mai era andata a medaglia ai Mondiali (ai Giochi sì, un anno fa, bronzo) e che quando ci riesce sale subito sul gradino più alto del podio. Da brividi e con un quartetto di poco più che ventenni. Senza Dressel, senza i Russi, senza tanti protagonisti, d’accordo, ma proprio qui e ora bisognava vincere e qui e ora si è vinto. In alto i cuori. Ai Giochi, dove tutti gli assenti a Budapest saranno in vasca, penseremo fra due anni.

L’orgoglio è quello di Gregorio Paltrinieri, tornato GregOro (in realtà lo è sempre stato, quarto titolo consecutivo dal 2015, tra 800 e 1500sl, sempre uno per volta) dato già per finito (!), lasciato al palo dagli allibratori che lo quotavano addirittura a 26 e capace invece di sorprendere tutti con una condotta di gara spregiudicata in prima corsia e al tempo stesso nelle sue corde. In quattro parole, ha seguito l’istinto: "Ma come vi permettete? E’ già finita tutta la fiducia nei miei confronti? Mi è scocciato così tanto che mi sono detto "piuttosto oggi muoio in acqua, ma non c’è altra soluzione, vado a tutta", le sue parole ai microfoni Rai dopo l’impresa. E nessuno l’ha più visto. Gara "assassina", la sua impresa più bella, all’attacco subito, con passaggi assurdi, tra i 29“1 e i 29“3 ogni 50 metri, a volte anche sotto, e gli avversari impotenti. Un ritmo insostenibile per chiunque, una voglia di rivincita spaventosa dopo il quarto posto negli 800 sl (nuotati con un tempo migliore rispetto all’argento di Tokyo 2020, segno che la forma c’era), una delle imprese più grandi nella storia dello sport italiano per come è maturata. Oro, il terzo sui 1500 sl ai Mondiali (come Hackett, ma Greg ha una medaglia in più) in 14’32“80, record europeo e italiano, seconda miglior prestazione mondiale della storia dietro Sun Yang (14’31“02), con il pubblico tutto dalla sua parte; argento al campione olimpico Finke, bronzo al tedesco Wellbrock: "Era da tanto che non mi veniva un 1500 fatto bene...", conclude. E poi la vittoria scioccante davanti agli Usa nella 4x100 misti, nella gara che mai gli americani hanno perso ai Giochi, e solo cinque volte prima di ieri ai Mondiali dal 1973, tre per squalifica. Ceccon-Martinenghi-Burdisso-Miressi, imparatevi a memoria la filastrocca perché è tutta d’oro. Frazioni grandiose, ma eccezionale è stato l’insieme, con Thomas e Nicolò davanti a tutti perché così doveva andare, un Burdisso perfetto sui 100 farfalla, in teoria il cento più debole, e un Miressi bravo a non farsi trascinare da Held (nei primi 50 e a infilarlo poi nella seconda vasca. Federico l’aveva detto due giorni fa: "Se non vinciamo quando agli americani manca Dressel...". Detto e fatto. Sipario. Nove medaglie e cinque ori nel nuoto in corsia: entrambi primati assoluti. Sì, il nuoto oggi siamo (anche) noi. E, parafrasando De Gregori, "nessuno si senta offeso".