Ottovolante Ulissi, ora la cronometro verità

Un’altra vittoria al Giro per il toscano, oggi la temibile Conegliano-Valdobbiadene: Nibali deve difendersi dallo specialista Almeida

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di Angelo Costa

Prima della crono verità sulle strade del Prosecco, c’è chi si porta avanti col lavoro: nel giorno in cui Diego Ulissi concede il bis, il pupo rosa Almeida si arrende solo al fotofinish, incassando sei secondi d’abbuono. Per quanto sia un’inezia, è un messaggio ai rivali di classifica, sui quali è prevedibile che oggi possa guadagnare ancora e anche parecchio: il portoghese è talmente convinto di poter vincere questo Giro da non sprecare niente.

Sta bene, Almeida, anzi benone. Gode di ottima salute lui e chi gli sta accanto: quando Ulissi comincia a costruire il suo successo attaccando sul secondo strappo dietro a Monselice per seminare i velocisti, nei quindici che restano davanti, compresi tutti i big, la maglia rosa ha ben tre compagni. Gli servono per provare a vincere lo sprint, gli serviranno soprattutto da domani sulle montagne. Gli servono anche per il morale: "E’ importante avere accanto una squadra così, avrei voluto ricompensarli vincendo la tappa", conferma il leader, che in corsa marca stretto Nibali come fece Gentile con Maradona in un mondiale.

Che oggi sia giorno da Almeida è scritto da quando il portoghese si è vestito di rosa: sui 34 chilometri fra i vigneti della Valdobbiadene, dove Ganna ha forti chances di fare il terzo centro, ci sono strappi e avvallamenti, ma sempre materia per specialisti resta. "Dirà la strada se bisognerà difendersi o meno", filosofeggia Nibali, che rispetto ad altri non fa il conto di quanto potrebbe rimetterci. Semmai insiste nell’indicare fra i pericoli Kelderman, di cui nessuno parla mai proprio perché in corsa sa rendersi invisibile.

Avvicinandosi alla crono, il Giro applaude Ulissi, al centro numero otto in carriera sulle strade rosa: per come lo prepara, meritatissimo.

Segnalato il curioso incidente di Ballerini, che si ferisce uno zigomo urtando un cartello stradale alle porte di Rovigo, e l’inedita scena di un fuggitivo, lo svizzero Pellaud, che si ferma a bordo strada ad incitare i compagni quando il gruppo lo riprende, merita due parole la Ef, squadra che ha scritto all’Uci chiedendo di interrompere la corsa per via del Covid, ricevendo un secco no: la lettera è partita dagli Stati Uniti, sede del team, all’insaputa di chi sta partecipando al Giro. A confessarlo sono tecnici e corridori che sono qui, intenzionati ad arrivare fino a Milano: loro si sentono sicuri.