di Paolo Franci "Io non sono un uomo. Io sono Eric Cantona". "Il 1966 è stato un grande anno per il calcio inglese". E mica per il Mondiale conquistato, no. Semmai perchè: "E’ nato Eric Cantona". Vi basta per conoscere meglio ’The King’? No? Ce n’è un’altra allora. Lui sul trono, con la corona e lo scettro e sotto una scritta: "L’inghilterra finalmente ha il suo re". Niente male no? E poi, roba più calcisticamente profonda, tipo: "Nella vita puoi cambiare moglie, vita, religione, ma mai e poi mai cambierai la tua squadra del cuore". Eric Cantona è tutto questo e molto di più. Forse il primo vero potente esempio di fuoriclasse e calciatore globale che diventa testimonial. Eccessivo per classe, prese di posizione, errori, ma anche per la capacità di essere leader. Un grande leader. E un vulcano di idee. Certo non uno di quei calciatori inghiottiti pian piano dall’anonimato. Cantona è attore (premiato) di film e serie tv, commentatore, attivista, regista, modello e icona indiscussa della pubblicità ancor oggi. Una delle prime vere grandi star del marchio col baffo (per capirci). Un McEnroe con gli scarpini, un Muhammad Ali con la palla e giù dal ring. Spinto dalla passione per il football, Eric ha deciso di inventare un nuovo modo di seguire quella passione che non puoi cambiare mai. Quella per la tua squadra e il football in generale, non come una moglie o lo stile di vita. Lo ha fatto lanciando un nuovo brand - che nuovo non è, poi vi spieghiamo - da lui ideato e fondato. Si chiama ’Looking FC’ e cioè una sorta di agenzia di viaggio feticista del pallone e anche di più. Il nome vi dice qualcosa? "Looking for Eric" - in Italia con l’infelice titolo da cartoon: "Il mio amico Eric" - è ...
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