Giovedì 25 Aprile 2024

Oggi Campiglio, domani lo Stelvio Il Giro lancia l’attacco ad Almeida

Intanto Tratnik brucia O’Connor e si aggiudica la tappa. Roglic fa sua la prima frazione della Vuelta

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di Angelo Costa

In fondo a una giornata di sbadigli, si accende un lampo rosa: sul duro strappo che porta nella città del prosciutto, a tappa già decisa, Almeida apre la manopola del gas e va a guadagnarsi un paio di secondi. Lo faccia per ribadire ai suoi rivali di essere ancora il leader o per convincere se stesso di star bene, comunque lo fa: in vista delle montagne vere, che oggi e domani mettono sotto esame il Giro, un bel segnale.

Si parla di una fatica di 800 metri, non di un tappone. Eppure qualche indizio lo regala, su Almeida e chi gli sta in scia. "A volte la miglior difesa è l’attacco, l’ho fatto per me stesso", racconta il pupo rosa contando i giorni che mancano a Milano, conscio che adesso lo attende ben altra musica.

Zitti i suoi rivali, ma come stiano glielo si legge in faccia: non bellissimo Kelderman, meglio di lui Nibali, che su un terreno ostile come la salita esplosiva si arrampica come se pedalasse al parco con la figlia. Altro buon segno, spedito da chi coltiva l’idea di far saltare il banco sulle vette del mito.

A proposito di montagne: c’è terreno per mettersi al lavoro già oggi, col Bondone e il Durone prima di Campiglio, ce ne sarà soprattutto domani con lo Stelvio, accompagnato da previsioni meteo buone. Meno buone quelle di sabato, con forte rischio neve su Agnello e Izoard: se andrà così, un piano B dovrà averlo anche chi confida di rimontare.

Della puntata rosa numero duemila, la più lunga di questa edizione autunnale, vien fuori la tappa più corta come storia: venti chilometri e scappano in 28, tutti fuori classifica, che il gruppo rivedrà al traguardo. Dietro è un’altra giornata di riposo, ritmo amatoriale e amabili chiacchiere per non sprecare energie, davanti le carte si rimescolano fino a quando uno sloveno, guarda caso, non si inventa l’azione che conta: Jan Tratnik, 30 anni, buon cronoman, allunga da solo, incassa il rientro di O’ Connor e infine lo stende sulla rampa finale, prima sua vittoria in un grande giro sotto gli occhi di fratello e fidanzata. Felice lui, un po’ meno Fernando Gaviria, costretto a lasciar la corsa per il Covid: è la sua seconda positività, stavolta da asintomatico, dopo quella che in marzo l’ha tenuto ricoverato a lungo in ospedale ad Abu Dhabi. Contagiato e a casa pure un uomo dello staff Ag2r.

Slovena anche la prima tappa della Vuelta, ma qui il nome è noto: a firmare l’arrivo in salita di Arrate è Primoz Roglic, che anticipa Carapaz e Dan Martin. A quasi un minuto Dumoulin e Valverde con Bagioli decimo, sprofonda Froome, a oltre undici minuti.