Nuova era Inter, i conti di Suning per lasciare

Si guarda agli Stati Uniti per la vendita, i 275 milioni da pagare a Oaktree entro il giugno 2024 la ragione per avviare presto le trattative

Steven Zhang

Steven Zhang

Sei anni e mezzo dopo, un’era potrebbe essere al termine. Ma ci vorrà un altro po’, perché al di là del richiamo avuto dal rilancio del Financial Times, la vendita dell’Inter da parte di Suning è un "work in progress" per il quale il percorso è tutto da costruire. C’è la volontà di guardarsi intorno e di recepire proposte, ci sono Goldman Sachs e Raine Group che, incaricate dal club, starebbero valutando il da farsi. Manca una proposta concreta che potrebbe arrivare nel giro di qualche settimana, forse mesi, il tempo necessario per capire se davvero ha senso spendere un miliardo e più (1,2 se verrà pareggiata la valutazione richiesta da Suning) per un brand di altissimo valore, ma i cui bilanci sono da tempo in rosso. Nell’ultimo bilancio il rosso è stato di 140 milioni e nell’assemblea dei soci di fine mese, il presidente Steven Zhang ribadirà la linea tenuta finora. Difficilmente aprirà le porte a livello ufficiale a nuovi ingressi, ma quella è la strada tracciata. Difficile infatti pensare di continuare in una situazione nella quale dalla Cina arrivano ostacoli per la crescita di tutto quel che non rientra nei confini nazionali, con la pandemia che ha creato problemi in termini di ricavi e prestiti che si accumulano. Quello di Oaktree a Suning, pari a 275 milioni di euro, deve essere appianato entro il 2024. La possibilità che il club passi di mano prima sono concrete per evidenti ragioni. Un intervento di un’eventuale proprietà americana – una prima voce di un acquirente parla del gruppo di Marc Lasry, co-proprietario dei Bucks di Nba – può garantire una stabilità maggiore e sessioni di mercato non improntate allo "spendi e spandi", ma magari nemmeno alla ricerca di una cessione illustre ad estate (quando non due, vedi il 2021 con Hakimi e Lukaku).

Può essere d’aiuto trovare una chiosa sulla questione San Siro. La speranza di Inter e Milan è che arrivi il "sì" definitivo per avviare il progetto esecutivo e cominciare i lavori. I costi sono più o meno pari a quella che è la richiesta per acquisire il club, 1,2 miliardi, anche se da dividere con i rossoneri. Molti di più si spera di introitarne con tutto quello che il nuovo impianto potrebbe portare. Sarebbe una carta fondamentale da spendere al tavolo con i potenziali compratori.

Più nel breve, nei pensieri di proprietà e dirigenza c’è un consolidamento sportivo da raggiungere con una pronta risalita in A e con la qualificazione agli ottavi di Champions. Non per nulla il colloquio con Skriniar per provare a rinnovare il contratto in scadenza è previsto dopo Inter-Viktoria Plzen: con un successo si va avanti, ci si assicura una base di una ventina di milioni e si può portare una proposta come si deve allo slovacco, nella speranza che accetti di guadagnare qualcosa meno rispetto a quel che gli aveva proposto il Psg in estate. Contro i cechi ci sarà presumibilmente anche Romelu Lukaku: oggi potrebbe tornare a lavorare in gruppo, sabato a Firenze farà parte dei convocati e mercoledì (forse) dei titolari a caccia di una fondamentale vittoria.