Non si vince con il budget

Paolo Franci

Chi dice che il denaro non fa la felicità, oltre a essere antipatico, è pure fesso. Chissà se il principe Antonio De Curtis - Totò - ammirando l’oro di Spalletti, la penserebbe ancora così. Perchè metterla sulla grana oggi non è il massimo. Ricordiamo: De Laurentiis in estate ha fatto una di quelle cure dimagranti per le casse che levati proprio. C’era bisogno di vendere. C’era bisogno di alleggerire un monte stipendi pericoloso per gli equilibri come una parete del K2. E allora, vai con la giostra degli addii pesanti. Cioè mezza squadra e la spina dorsale del gioco: Ospina, Koulibaly, Fabian e Insigne-Mertens. Sia chiaro: il Napoli ha speso 68 milioni degli 80 messi insieme con le cessioni, ma non è qui che Totò avrebbe torto. Il Napoli lo scorso anno, con tutti i suoi big costava 110 milioni lordi l’anno di ingaggi. Quest’anno 70 milioni lordi. 40 in meno per dominare in Italia e in Europa. Talmente forte e bello il Napoli, che l’unico reduce super tra i big, Osimhen - in estate si pensava che a Napoli non si potesse più giocare senza di lui - adesso è la riserva di Raspadori. A proposito: quanto spende la Juve di stipendi? 158 milioni lordi. E l’Inter? 129. E il MIlan? 80. Ma guarda! Ha vinto lo scudetto spendendo in stile Napoli. E pensare che Sarri, ai tempi del San Paoloripeteva: "Vince chi ha più soldi". Proprio la sua ex squadra potrebbe smentirlo alla grande.