Giovedì 18 Aprile 2024

Dino Baggio: "Muoiono troppi calciatori, ora ho paura"

Dino Baggio e i sospetti: "Noi eravamo controllatissimi dall’anti-doping, ma quali conseguenze hanno gli integratori sul lungo periodo?"

Dino Baggio, 51 anni, ha giocato per Parma

Dino Baggio, 51 anni, ha giocato per Parma

Ora che il dolore è un po’ attutito, arriva la paura. Ora che lo sguardo si abbassa sulle cose terrene, dopo aver visto Gianluca Vialli andare in cielo, spuntano le domande sul ’tasso di mortalità’ dei calciatori.

Dino Baggio è sempre stato un calciatore dalla personalità atipica, e infatti una volta smesso di giocare non ha sentito la necessità di restare nel suo mondo. L’ex di Juve, Parma, Inter e Lazio, vicecampione del mondo a Usa 94, ha ricordato il campione scomparso recentemente per un tumore al pancreas e ha ammesso di non essere del tutto tranquillo.

Cos'è il Micoren, da farmaco contro l'asma a doping. A cosa serve ed effetti

Baggio, qual è il suo ricordo di Vialli?

"Meraviglioso, Luca era una persona eccezionale, ne ho incontrati davvero pochi come lui. E’ sempre stato un esempio, ti insegnava tutto, grande cuore, professionista esemplare. Un grande compagno di calcio e di vita".

Lei ha detto a Tv7 che ’il doping è sempre esistito’.

"Sono stato un po’ frainteso".

Ci spieghi meglio.

"Mi riferivo ai controlli antidoping. Intendevo dire che noi eravamo verificati ogni tre giorni, tra partite ed esami a sorpresa durante la settimana. Quindi era impossibile che prendessimo qualcosa di proibito per i regolamenti dell’epoca".

Allora a che cosa si riferisce, quando dice che ha "paura perché sta succedendo a troppi calciatori"?

"Al fatto che non abbiamo prove scientifiche delle conseguenze a lungo termine degli integratori che prendevamo allora. Bisognerebbe capire se certe cose col tempo riesci a buttarle fuori o restano dentro. A quel tempo erano sostanze lecite, è chiaro che non avremmo mai preso qualcosa che sapevamo essere fuori dai regolamenti".

Ma voi capivate davvero che cosa vi davano?

"Noi ci fidavamo ciecamente dei medici. Anche perché con i controlli così frequenti sapevamo che non potevano essere sostanze proibite. Adesso fortunatamente i prodotti che vengono usati sono più naturali, rispetto a venticinque anni fa c’è meno chimica. E i calciatori hanno più conoscenze, si informano. Ai miei tempi molte cose non si sapevano, oggi gli atleti vogliono sapere che cosa prendono".

Mai visto niente di strano, quindi?

"No, erano tutti integratori nella norma in vigore al momento. Medicinali che permettevano di assorbire le botte, per esempio. Ma parliamo di cose che allora erano lecite, dall’Aulin al Voltaren all’Oki, oggi invece per averli servono le ricette. C’è anche da dire che oggi le rose sono raddoppiate e i giocatori vengono ruotati, magari giocano ogni quindici giorni. Io un anno feci 75 partite: qualcosa per reintegrare, sempre dentro le norme, dovevi prenderla per forza. Sa che cosa bisognerebbe fare?".

Che cosa?

"Spiegare meglio ai giocatori come funzionano gli integratori che prendono. Oggi sono più preparati di noi, in media, e scelgono cose più naturali. Ma bisognerebbe far loro scuola, insegnare che cosa è giusto utilizzare".