Mercoledì 24 Aprile 2024

Mou e Nicola, l’altro scudetto

Paolo Franci

Ci sono scudetti che non finiscono negli almanacchi ma restano cuciti sul cuore. E imprese che incorniciano la passione per lo sport definendone l’essenza più pura. Cos’hanno in comune Josè Mourinho e Davide Nicola? Nulla di nulla. Però, in modo assolutamente differente, hanno firmato accadimenti che non si sintetizzano in un trofeo, ma lasciano una traccia bella e profonda in questa stagione. Davide Nicola - se si eccettua l’ambientazione carceraria, chiaro! - è un po’ il coach Paul Crewe (Burt Reynolds) di "Quella sporca ultima meta", un’icona dei film sullo sport nel quale lo spirito di squadra diventa veicolo di grande impresa. Walter Sabatini gli ha preso dieci giocatori in una settimana, la maggior parte dei quali emarginati come Fazio nella Roma o svincolati come Diego Perotti. Con questa ’sporca decina’ Nicola ha costruito un capolavoro, trasformando una squadra rassegnata in uno straordinario tutt’uno con la città, fino a piazzare la rimontona pazzesca che ora vale il match point salvezza. E Mou? Festeggiato con i suoi da 63mila tifosi all’Olimpico come se avesse vinto lo scudetto, dopo il pareggio contro il Venezia ridotto in dieci. In una stagione in cui la Roma rischia di finire ottava, Mourinho ha portato allo stadio un milione di romanisti. Certo, c’è la finale di Tirana che ’spinge’, ma non basta a descrivere questo affresco di passione e feeling tra Mou e la sua gente.