Mou crisi capitale: le fatiche dei big di ritorno

Crollo Roma, le sparate dello Special One contro i suoi giocatori non aiutano. Come per Allegri e Mazzarri pesano le enormi aspettative

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di Paolo Franci

#Bollitinho. #Moufrigno. L’avreste mai immaginato? Eppure, a due mesi dal trionfale ritorno in Italia lui, l’uomo del Triplete interista è diventato oggetto di dileggio sui social. Bollito e piagnone, la traduzione. Certo, in mezzo a chi lo sfotte o ne ricorda gli esoneri in Premier nelle ultime stagioni, ci sono tanti tifosi di maglie nemiche, oltre a qualche romanista più scioccato che critico per il flop in corso. E apriti cielo quando il bookmaker Goldbet ha deciso di quotarne l’esonero entro Natale, come fosse un Ballardini qualsiasi, a 7 volte la posta, non un’enormità. E’ Il tramonto di Mou? Come sembra stia accadendo con Mazzarri, Benitez il precoce Villas Boas, Koeman e ancor prima con Van Gaal?

Tra i mille aspetti di un matrimonio con la Roma che sembra filare spedito verso il naufragio – occhio alla zampata dello Special One però – ci sono quelle continue sparate contro i suoi giocatori. Prima la gogna mediatica per i giovani rincalzi (che l’anno scorso passarono il girone in Europa League e arrivarono fino in semifinale....) Reynolds, Kumbulla, Villar, Diawara, Borja Mayoral. Poi il rimpianto pubblico di giocatori mai amati (eufemismo) dalla piazza e dai predecessori di Mou, Bruno Peres e Juan Jesus. Senza dimenticare il modo in cui ha scaricato Pedro, uno che ha vinto tutto tra Spagna e Premier passato alla sponda laziale e fragoroso uomo simbolo della rinascita sarriana.

Nulla in confronto a cioò che Mou combinò al Chelsea nel 2013, quando decise di far fuori senza troppi complimenti Salah e De Bruyne. Sì, avete letto bene. E tre anni prima al Real? Arriva carico di allori dall’Inter e che ti combina? Fa fuori Raul. Oddio, non che dalle nostri parti non ci siano allenatori allergici ai big. Ci si chiede per quale motivo CR7 se ne sia andato ora che è tornato Allegri. Non risultano frizioni tra i due ma è noto come il tecnico toscano, tra Milan e Juve abbia avuto problemi con le grandi firme: Del Piero, Zidane, Nedved, Buffon, Ibra, Trezeguet per non parlare del benservito a Pirlo (che da allenatore farà secco il Pipita) e Inzaghi al Milan o delle tensioni con Tevez, Higuain e Bonucci (che se ne andò) fino al prolungato ostracismo con Dybala.

Mou e Max però, sono in buona compagnia. Il defenestrato Koeman appena arrivato al Barcellona ha fatto fuori Suarez, l’amicone di Messi. E Antonio Conte? Appena arrivato all’Inter via Icardi, Nainggolan e lo stesso Perisic che poi s’è ripreso la maglia nerazzurra. Alla Juve Sarri fece secchi Mandzukic ed Emre Can. Ce n’è anche per Guardiola che mise alla porta due fenomeni blaugrana come Deco e Ronaldinho, per non parlare di Ibra. Certo poi i risultati hanno parlato per lui. Al Real Madrid quante se ne sono viste di cose così? Da Pellegrini che mette alla porta Robben e Sneijder nel 2009 – e i due si ritroveranno uno contro l’altro nella finale Champions tra Inter e Bayern del 2010... – a Zidane che mette in un angolo Bale, poi finito in prestito al Tottenham. Certo, Mou che mise alla porta Salah e De Bruyne, considerando la carriera dei due, non si batte proprio.