Mercoledì 24 Aprile 2024

"Guarda che il figlio di Graziano va forte... "

Carlo Pernat racconta i primi passi di Vale: "Mi chiamò Aldo Drudi e mi disse così. Andai a vederlo nel ’94 in Cagiva, rimasi sconvolto"

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di Riccardo Galli

Il primo salto nel Mondiale, il primo contratto, le prime emozioni: sì, c’era Carlo Pernat, il manager del manager del motociclismo, accanto a Rossi.

Pernat, quel giorno in quel posto... come si trovò a tu per tutto con Vale?

"La prima telefonata per parlarmi di lui me la fece Aldo Drudi. Mi disse: guarda Carlo che il figlio di Graziano è forte, va forte... Nemmeno il tempo di chiudere il telefono, riflettere un po’ sulle belle parole che Aldo aveva speso per il ragazzo ed ecco subito la chiamata di Graziano Rossi: ’Guarda Carlo che mio figlio spinge forte... voglio che tu lo veda’. Erano ovviamente d’accordo nel pressarmi".

Lei richiuse il telefono, prese appunti e poi?

"Ero responsabile dell’Aprilia. Lavoravo con gente come Biaggi, Locatelli, Capirossi... andai a vedere quel ragazzino. Era il ’94, rimasi... sconvolto".

Sconvolto? E perché?

"Faceva cose straordinarie. Era in Cagiva, mi sembra facesse l’Europa Cup, e in pista disegnava e s’inventava traiettorie da matti. Mi dissi: questo o è pazzo o un campione assoluto".

Eppure di piloti, piloti bravi, ne conosceva tanti, no?

"Assolutamente. Ma vedendo Rossi fare quelle cose mi venne in mente subito un paragone. Aveva lo stile di Schwantz. Sì, faceva cose che avevo visto fare solo a Schwantz. Un numero uno".

Da mettere subito sotto contratto.

"Certo, ma non fu semplicissimo, sa?".

In che senso?

"Beh, io proposi ad Aprilia un accordo triennale e lì per lì qualcuno diceva... ma è così giovane, vediamo. Magari vediamolo un paio d’anni, poi allunghiamo".

E lei?

"Studiai una formula economicamente importante ma che andasse bene anche all’investimento di Aprilia. Trenta milioni (di lire ndr) per il 1995, 60 milioni per il 1996 e 180 per il 1997. Non male, eh? Fatto questo però i problemi non erano finiti".

Cioè?

"Vale era minorenne. Il contratto doveva essere firmato dai genitori e i genitori erano separati. Quindi dovetti prima fare tutto con Graziano e poi tutto con Stefania. Entrambi firmarono più che volentieri, assolutamente, ma la situazione da gestire non era semplice".

Poi c’erano da zittire i perplessi. E’ vero che nel mondo del motociclismo qualcuno non era affatto convinto di quella sua scommessa su Vale?

"Sì, sì. In diversi mi chiedevano se davvero ero così sicuro che quel Rossi fosse così forte. Altri scuotevano la testa... Il colpo di fortuna fu riuscire a ricoinvolgere, in vista del primo Mondiale, lo sponsor della Nastro Azzurro. E dire che loro volevano mollare dopo un anno complicato. Riuscii a convincerli a essere sponsor nel motociclismo per un’altra stagione... l’ultima e con un impegno normale, non stressante a livello finanziario. Fu la fortuna di tutti".

Pernat, che sensazione prova oggi che Rossi sta per chiudere con le corse?

"Ho provato un gran vuoto dentro a Zeltweg quando Valentino ha annunciato la fine della sua carriera. Quel giorno è stato come se ne fosse andato un pezzo di me. Sono sincero, sono stato male".

Male? Addirittura?

"Altro che. Sono stato strano tutto il giorno, anche la notte mi sentivo diverso. Più vuoto"

Eppure dopo quei giorni che ha raccontato prima, la sua carriera e quella di Rossi sono state sempre in parallelo, separate.

"E’ vero, abbiamo lavorato insieme poco ma io Rossi lo devo e lo dovrò sempre ringraziare. Lui ha avvicinato al nostro sport milioni di persone. Rossi ci ha fatto guadagnare. Valentino ha fatto diventare tutti noi più internazionali e pensare che la sua avventura nel motociclismo è finita...".

Quindi sarà dura anche stasera quando il paddock di Misano chiuderà?

"Beh, è facile immaginare quante emozioni ci porterà via Vale".

E lei starà di nuovo male...

"Adesso ho ’digerito’ la cosa, sapevamo tutti che sarebbe dovuto succedere, e il vuoto di quel giorno, quella botta allo stomaco ormai è andata".