Jorge Lorenzo 10
La sua vittoria è iniziata prima della raffica di sorpassi e controsorpassi. Jorge ha messo a punto una Ducati perfetta: gomme, assetto, potenza. Geniale (foto LaPresse)
Marc Marquez 9
Che roba. E guai a chi dice che lui pensa solo ad amministrare il vantaggio in classifica senza voler rischiare. Di rischi ne ha corsi a bizzeffe ieri, pur di rovinare la domenica a Lorenzo. Mostruoso (foto LaPresse)
Andrea Dovizioso 7
Esce dalla battaglia troppo presto. Peccato. Il terzo posto? Obiettivamente gli va stretto per come aveva lottato fra venerdì e sabato, ma Jorge e Marc ieri erano di un altro pianeta (foto LaPresse)
Valentino Rossi 6,5
Risale dall’inferno della griglia di partenza al purgatorio di una posizione che lo conferma lottatore senza tempo. Il paradiso del podio rimane invece imprendibile. In attesa di novità (foto LaPresse)
Danilo Petrucci 6,5
Chiedergli di più sarebbe ingiusto. Il passo gara è stato così e così, ma nella festa Ducati, anche il piazzamento di Petrux è prezioso. Ha fatto bene a gestirsi senza complicarsi la vita (foto Ansa)
Cal Crutchlow 6,5
Si accomoda in poltrona per seguire la battaglia fra le Desmo e Marquez. Posizione ravvicinata, ma da non condividere con nessuno e si porta a casa un quarto posto d’oro (foto LaPresse)
Aleix Espargaro 5
Prima parte della gara con il passo da big. A un certo punto la sua Aprilia sembra in grado di tenersi dietro anche Rossi. Poi inizia a soffrire. Gomme giù, calo di tensione e addio posizioni (foto LaPresse)
Maverick Vinales 5
La Yamaha è in un periodo al buio ma se la crisi anziché lottando e ribellandosi (come Rossi) la affronti senza la tensione giusta, beh... sei nella palude. E Maverick è finito proprio non sa uscirne (foto LaPresse)
Dani Pedrosa 4,5
Vedere Marc fare quelle cose e scoprire che Dani fa una gara che definire anonima è quasi un complimento. Incredibile, ma vero. E difficile da capire ma. Pedrosa forse è già in pensione (foto LaPresse)
Andrea Iannone 4
Litiga con la Suzuki e in pista se non scorri dopo la decima posizione il suo nome non lo trovi. Ci sono ancora tante gare alla fine, ma senza una scossa, da qui a novembre sarà un incubo (foto LaPresse)