Donna velocità, Ana Carrasco

La 21enne spagnola è la prima donna a vincere un Mondiale di Superbike contro i maschi. A 5 anni già in pista. "Il mio idolo? Valentino"

Ana Carrasco (Lapresse)

Ana Carrasco (Lapresse)

Magny Cours, 2 ottobre 2018 - Ventuno anni, passaporto spagnolo, campione del mondo di motociclismo. Ma sia subito chiaro che la cartolina, magari con la data di qualche anno fa, non è firmata Marc Marquez. Macchè. L’identikit del campione è roba di queste ore. E soprattutto non si tratta di un campione ma di una campionessa e qui la storia del motociclismo corre ad arricchirsi di una pagina mai scritta fino adesso. Ana Carrasco, 21 anni, spagnola è infatti la prima donna ad aver conquistato un titolo mondiale sulle due ruote, in una categoria mista. Insomma, la ragazza è stata più brava dei tanti eredi (o imitatori) dei vari Rossi, Marquez o Dovizioso impegnati nel Mondiale Superbike (classe SuperSport 300). Domenica a Magny Cours, in Francia, tutti quei maschietti sono dovuti andare sotto il podio per applaudirla. Lei, ragazza terribile, dolce ma spregiudicata e soprattutto velocissima è riuscita a portare la sua Kawasaki sul tetto del mondo.   Un sogno, certo, partito da lontano visto che la Carrasco, nelle ultime stagioni, aveva tentato il colpo per la storia anche nel Motomondiale (avventura in Moto3) e poi all’Europeo (in Moto2). "Appena ho tagliato il traguardo – ha raccontato – non sapevo ancora di aver vinto il campionato...", poi si è vista circondare da un muro di fotografi. E ha capito. "Mi sono commossa, è stato pazzesco". Pazzesco come la sua vita sulle due ruote. Ana ha davvero mille cose in comune con i grandi campioni. Racconta che ad appena tre anni (sì, tre anni) venne messa in sella a una moto. Il papà era un meccanico, frequentava i box delle gare di Spagna e forse quel giorno la sistemò su una moto per combattere in qualche modo la sua vivacità. Nacquè lì, la ragazza campione del Mondo. "A 5 anni – si è raccontata a Panoramauto – ho cominciato a gareggiare e a 10 mi sono piazzata seconda nel campionato 70cc di Madrid e dell’Andalusia". Niente bambole, insomma, ma solo il profumo della benzina, il rumore di un motore che gira al massimo, i brividi per curve affrontate sempre al limite. Ragazza, donna, nel motociclismo, ma in sella e non con un ombrello aperto circondato dai sorrisi che si spendono su una griglia di partenza, dove i ruoli – da sempre – sono ribaltati.   "Le difficoltà ci sono per tutti – continua –. Per una donna ancora di più: trovare una moto competitiva e una squadra che punti su una ragazza è una missione quasi impossibile". Sui social, quella di ieri, è stata una giornata di festa per Ana. I complimenti del connazionale Jorge Lorenzo, la foto del casco con cui festeggiare il titolo mondiale, la t-shirt con la scritta (ovviamente in rosa) "Ride like a girl", sottoscritta dalla Kawasaki. Corri (e vinci), come una ragazza è lo slogan con cui Ana si è regalata un sogno, magari in attesa del prossimo. Con chi il prossimo giro di pista? "Valentino Rossi, il migliore di tutti i tempi. Però non mi dispiacerebbe trovarmi a fianco anche Stoner o Marquez, altri due fenomeni".

Sorride, Ana. Come sulla foto che ha postato su Twitter un attimo dopo la gioia di Magny Cours. Lei, ragazzina di 21 anni sul tetto del Mondo. Fra un esame all’Università (Giurisprudenza) della Murcia e una staccata a 300 all’ora, in pista. Emozioni.