Giovedì 18 Aprile 2024

"Morti sospette nel calcio, bisogna indagare"

Sla e leucemia, infarti e cancro dalla Fiorentina di Beatrice a Mihajlovic e Vialli: ora arriva la richiesta di una commissione parlamentare

di Gigi Paoli

I numeri non mentono mai. E, in fondo, sono quelli che fanno più paura, al di là della reazione emotiva provocata dal singolo caso (Vialli, Mihajlovic) o da testimonianze vergate di paura per quel che è stato ieri e, soprattutto, per ciò che potrebbe accadere domani (Dino Baggio, Raduciou). Perché è su quel pallone di ieri e sulle possibili, angoscianti, malattie di domani che il gruppo Pd nel consiglio regionale della Toscana ha depositato una mozione che impegna la Regione stessa "ad attivarsi nei confronti del Parlamento affinché si valuti la possibilità di costituire una commissione parlamentare di inchiesta sulle pratiche sportive che hanno interessato atleti e calciatori negli scorsi anni". E’ il primo, vero atto politico verso una qualche forma di verità sul nodo che lega il calcio all’abuso di medicine. Un legame che fa paura per i suoi numeri. E i suoi nomi. Questi. La Fiorentina degli anni ’70 ha contato 11 morti, fra titolari e riserve, per Sla, tumori o leucemie; fra il 2010 e il 2015 sono scomparsi, tra gli altri, Benedetti, Bertuzzo, Borgonovo, Imbriani, Ferruccio Mazzola, Aldo Maldera, Musiello, Petrini, Pinotti, Rognoni, Rosato, Viganò, Zuccheri e Zucchini, tutti ex giocatori di A o B scomparsi fra i 37 e i 68 anni per Sla, tumore o leucemie. Quanti sono collegabili a un abuso di farmaci? L’argomento si trascina da tempo e se, da un punto di vista giudiziario, la permanenza del calcio nelle farmacie non ha portato a un collegamento diretto con quei casi, dall’altro solo il tempo ha negato giustizia. E’ oggettivo, infatti, che la morte dell’ex viola Bruno Beatrice per leucemia avvenne per un bombardamento di raggi Roentgen per guarire in fretta da infortuni muscolari.

Beatrice e suo figlio Alessandro, che ancora oggi si batte per suo padre, ricordano la vicenda, vera, narrata nel film Concussion-Zona d’ombra: è la storia del dottor Bennet Omalu, il neuropatologo che scoprì la Cte (encefalopatia traumatica cronica), una malattia degenerativa che colpisce il cervello dopo ripetuti colpi alla testa, indagando sulla morte di un ex campione dei Pittsburgh Steelers. Omalu scoprì altri casi di Cte fra ex giocatori di football e fu protagonista di una durissima battaglia contro la National football league, accusata di negligenza per la salute dei giocatori. Oggi, il ’concussion protocol’ della Nfl impedisce a un giocatore che ha subìto un colpo alla testa di continuare una partita. Le cose cambieranno anche da noi? Difficile dirlo, ma una commissione parlamentare potrebbe essere la svolta. Sarà poco? Sarà molto? Intanto sarà. Ed è sempre da una piccola palla di neve che nasce una valanga.