Mercoledì 24 Aprile 2024

Monza, un rettilineo verso il Centenario

Il circuito nato nel 1922 necessita oggi di un importante restyling per estetica e sicurezza: altrimenti rischia di perdere la F1

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di Marco Galvani

Monza è il più antico circuito del mondo dove ancora si svolge un Gp di Formula Uno, l’Italia è l’unico Paese al mondo ad avere tre circuiti omologati F1 e "credo che questa unicità debba essere riconosciuta e difesa". Parola e orgoglio di Angelo Sticchi Damiani, presidente di Aci Italia, proprietario al 90% (il restante 10% è in quota Automobile club di Milano) del Tempio della velocità. Monza c’è. Ancora. Ha scritto pagine leggendario della Formula Uno. Una lunga storia, fatta di imprese eroiche e di tragedie. Una storia che affonda le sue radici nel 1922. Il traguardo del centenario è a un Gran premio di distanza. Quello di quest’anno. Un’altra stagione inevitabilmente segnata e condizionata dall’emergenza sanitaria. L’appuntamento è fissato sul calendario per il 12 settembre. Come da tradizione. Impossibile, oggi, pensare a un Gp con il pubblico. Per questo sono in corso varie simulazioni, insieme con la Fia e Formula One, per fare in modo che il weekend di gara si possa svolgere con la maggior presenza possibile in circuito. Sia per una questione economica sia per garantire una cornice spettacolare. In ogni caso, dopo un 2020 in cui l’Italia è stato l’unico Paese al mondo ad aver organizzato 5 eventi mondiali (i tre Gp di F1 a Monza, Mugello e Imola, le due tappe del Mondiale Rally in Sardegna e in Lombardia), "l’Italia si merita di avere due Gran premi di Formula Uno fissi nel calendario". Ma la ‘vecchia’ Monza deve darsi una lucidata per stare al passo dei circuiti moderni. Questione di estetica, certo. Ma anche, e soprattutto, di sicurezza. E di soldi. Tanti. Cento milioni di euro servirebbero per accompagnare l’autodromo nel futuro. Troppi per l’Aci che già deve onorare – ogni anno – la sua presenza nel Mondiale di F1 con una ‘tassa di iscrizione’ di una ventina di milioni di euro (di cui 5 garantiti da Regione Lombardia). Sia chiaro, se l’autodromo fosse di sua proprietà, Aci potrebbe accendere un mutuo col Credito sportivo, ma visto che l’area di parco che comprende la pista è dei Comuni di Monza e di Milano e di Regione Lombardia, qualunque centesimo messo contribuirebbe al passivo del bilancio. Quindi serve un aiuto di Stato. Una legge – chiede l’Aci – per poter disporre di risorse sufficienti e una burocrazia snella e veloce per gli affidamenti dei lavori da effettuare. Che sono tanti. In cima alla lista, la necessità di creare percorsi pedonali separati da quelli per i mezzi e quindi servirà allargare gli attuali sottopassaggi tagliando la pista e realizzando le varie rampe di accesso. E ancora, ci sono da rifare alcune tribune, da restaurare la Tribuna d’onore lungo il rettilineo di partenza e da riasfaltare la pista.