Monza, la prima in A nel segno di Berlusconi

Battuto il Pisa ai supplementari, storica promozione dei brianzoli mai arrivati nella massima serie: Silvio ci torna cinque anni dopo il Milan

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di Michael Cuomo

Sì Renato, ora puoi dirlo: il Monza è in Serie A. Quella frase di Renato Pozzetto, nel celebre film "Agenzia Riccardo Finzi... praticamente detective" del 1979, era diventata quasi una maledizione. "Io sono del Monza, non riusciremo mai a venire in serie A". Con qualche settimana di ritardo sul previsto, invece, il "Grande sogno" è diventato realtà. Il Monza è in Serie A per la prima volta nei suoi 110 anni di storia, 1316 giorni dopo l’inizio dell’"Era romantica" targata Silvio Berlusconi e Adriano Galliani. Il Cavaliere, in un video postato sui social dopo aver assistito all’impresa nello stadio di Pisa, parla di "traguardo storico" e dice che "è una cosa meravogliosa, ora punteremo allo scudetto e alla coppa dei campioni, io sono abituato a vincere".

Era sfumato il grande ricorso storico nell’ultima giornata di campionato a Perugia, come in quel maggio del 1999 quando il duo festeggiava l’ennesimo titolo a capo del Milan: oggi, per loro, i trofei nel calcio sono 31, un numero tanto grande quanto irripetibile. L’astinenza dal pallone è durata solo un anno e mezzo dal passaggio di consegne del Milan, Silvio e Adriano volevano tornare a lasciare il segno in un panorama che risentiva dell’assenza della loro passione. E pazienza se c’è voluta la fatica supplementare dei playoff per domare la resistenza del Pisa in finale.

Il tutto con una nota di romanticismo: a Monza, dove ebbe inizio la loro collaborazione lavorativa, dove ebbe inizio l’escalation calcistica e dirigenziale di Adriano Galliani, lì dove la luce dei riflettori dello stadio arriva fino a Villa San Martino, storica dimora berlusconiana nella vicina Arcore distante circa 7 chilometri.

L’idea matura in uno dei tanti e frequenti pranzi del lunedì, quando Berlusconi raduna famiglia e fedeli collaboratori. L’idea rimane tale giusto il tempo di una telefonata: quella che Galliani recapita alla famiglia Colombo che quel Monza lo avevano riportato dai dilettanti alla Serie C con lo scudetto cucito sul petto. La trattativa non c’è neanche quasi stata. Ma non si può neanche parlare di amore a prima vista, in quanto Adriano Galliani il "suo" Monza di fatto non l’aveva mai perso di vista. Neanche quando con il Milan girava il mondo ad alzare trofei.

Dal 28 settembre 2018, dalla conferenza stampa fiume ad Assolombarda, all’Arena Garibaldi: un’altalena di emozioni, un enorme bagaglio di pressioni, persino qualche critica incassata. Ma nessuno, a Monza, ha mai smesso di crederci. "Il sogno è di portare il Monza in Serie A". Quella serie A sfiorata tante volte per una piazza che ha avuto fori di giocatori da Monelli e Massaro, da Beccalossi a Terraneo, da Branca a Di Biagio, da Felice Pulici a Castellini. Questa era stata la frase, questo l’obiettivo. Niente di più, niente è mai cambiato.

Da Zaffaroni a Brocchi, fino a "Giùanìn" Stroppa, che ha Monza tatuato nel suo destino: lui, in Brianza, da giocatore, una promozione l’aveva già ottenuta nel 1988 dalla Serie C alla cadetteria.

Era il Monza che si apprestava a dare l’addio al caro e vecchio Stadio Sada: oggi c’è l’U-Power Stadium, teatro dei sogni brianzoli e arena della passione di un popolo che ha potuto ritrovare la voglia di esultare. Anche questa, come la scorsa, una stagione di alti e bassi: di difficoltà, di fatalità, di cuore e coraggio.

Terminata, però, con il fine più lieto: quello che riporta Berlusconi e Galliani in massima serie 5 anni dopo l’ultima volta, che innalza sul trono del pallone un club diventato un modello del nostro calcio. Un lieto fine, ma soprattutto un nuovo inizio. Perché la loro storia ci dice che nessun trofeo può mai essere in grado di colmare appieno la loro soddisfazione. Per Monza, per il Monza, i progetti sono tanti: uno stadio ancora più all’avanguardia e la permanenza nella massima categoria, poi sicuramente ci sarà tempo e modo per pensare addirittura a qualcosa in più. "Portaci in Europa", gli hanno sempre chiesto a gran voce i suoi nuovi tifosi. Silvio Berlusconi ha sempre risposto con un sorriso di chi sa bene come si fa.

Ma adesso è ancora troppo presto per fantasticare. C’è una nuova vita da festeggiare sulle ali di Silvio e Adriano: la discesa in campo del Monza nello spettacolo della Serie A. San Siro li aspetta da avversari in una partita ufficiale: sarà come tornare a casa. Tutto come prima: sempre loro, sempre vincenti. Come se la storia non si fosse mai fermata.