Montecarlo per ripartire

Leo

Turrini

Dopo aver perso in un colpo solo il primato in entrambe le classifiche ridate, la Ferrari amatissima deve confrontarsi con due problemi.

Il primo riguarda l’affidabilità della macchina. Da quando la Formula Uno ha drasticamente corretto le sue abitudini, le rotture di motore in pista sono diventate una rarità. È vero che a Max Verstappen era già capitato due volte, ma onestamente nessuno si aspettava che a Barcellona Leclerc potesse essere lasciato a piedi nel bel mezzo di una cavalcata trionfale. Potrebbe trattarsi di un semplice episodio, oppure di un disagio generato dall’esigenza di alzare il livello della prestazione. Sicuramente a Maranello gli ingegneri sapranno dove mettere le mani.

Il secondo problema, invece, ha un nome e un cognome. Ne parlo con rispetto e malinconia, perché sono convinto che Carlos Sainz sia all’altezza della Rossa. Nel 2021 lo spagnolo ha raccolto più punti del compagno e la decisione di estendere il suo contratto era stato giustamente salutata da consenso unanime. Però, proprio per il bene che voglio al pilota, che umanamente è figura estremamente positiva, ho il dovere di ammettere che le sue ultime prestazioni sono state imbarazzanti.

Non è in discussione il fatto che Leclerc sia più veloce del collega. L’istinto del monegasco è straordinario, avvicina Carletto ai grandissimi del passato.

Dopodiché, una Ferrari ambiziosa e competitiva ha la disperata necessità di poter contare su un supporto e invece sta mancando. Ieri in Spagna, con una macchina uguale a quella guidata da Leclerc, lo spagnolo non è mai stato protagonista. Il bilancio si fa ancora più pesante se si pone mente a quanto, sia pure mugugnando, il messicano Perez sta garantendo alle sorti della Red Bull.

Recuperare Sainz, mettendolo in condizione di lottare per la vittoria quando il capitano può incappare in imprevisti, è l’obbligo immediato cui Mattia Binotto è chiamato a dare risposta. Può sembrare bizzarro, in un ambiente dominato dall’individualismo come la Formula 1, eppure nemmeno un campione assoluto come Leclerc può farcela da solo.

Per fortuna, il calendario non lascia il tempo di macerarsi nell’amarezza. Fra pochi giorni si torna in pista a Montecarlo. A casa di Carletto.

La miglior medicina, cioè la vittoria, è subito a disposizione, tra i marciapiedi del principato che nessuno conosce bene come l’ultimo idolo dei Ferraristi.

Basterà?