Giovedì 18 Aprile 2024

Brasile, il ballo del piccione non piace a tutti

Il ct del Brasile coinvolto nella danza dai giocatori fa arrabbiare Keane, quello giapponese ringrazia i tifosi con un gesto da samurai

Raphinha, Vinicius, Paqueta, e Neymar ballano dopo un gol del Brasile

Raphinha, Vinicius, Paqueta, e Neymar ballano dopo un gol del Brasile

Il Brasile che fa ballare la danza del piccione anche al ct Tite e poi dedica la vittoria a Pelé che ringrazia, il Giappone che perde ed esce tra gli applausi mentre l’allenatore fa l’inchino ai tifosi. E’ un mondiale di immagini, come è normale in questi tempi moderni. Ma alcune restano impresse di più, negli occhi di chi guarda.

Qualcuno ha anche storto il naso di fronte ai balletti con cui i brasiliani hanno festeggiato i gol alla Corea. Perché avendoli ripetuti ad ogni gol, dopo il terzo addirittura con Richarlison che è andato a coinvolgere il ct Tite nella danza ’del piccione’, ’O pombo‘ (ieri Neymar ha convinto anche Ronaldo il fenomeno), c’è chi ha preso la gioia come una mancanza di rispetto. In realtà basta conoscere un po’ la natura dei brasiliani per capire che hanno la festa dentro, per loro fortuna. Il leader delle coreografie di gruppo è Raphinha, che aveva preannunciato una decina di balletti diversi. I primi due gol sono stati accompagnati da ‘Pagodao do Birimbola‘, la danza del gruppo carioca Os Quebradeiras che somma al funk il genere ‘pagode baiano‘, diventata tormentone da 70 milioni di visualizzazioni grazie a Neymar.

Vinicius Jr. viene da Sao Gonçalo e il gruppo degli Os Quebradeiras è di Nitero‘i, a pochi chilometri. Qualcuno ha storto il naso, come l’ex centrocampista del Manchester Roy Keane ("è mancanza di rispetto verso gli avversari"), e il navigato Tite in conferenza stampa ha spiegato che quei balletti sono "il linguaggio in cui si esprimono i suoi ragazzi che sono molto giovani, ma occorre stare attenti perché qualche maligno potrebbe dire che c‘è mancanza di rispetto".

Nell’altro ottavo di giornata si era consumata una scena in cui il rispetto era sicuramente al primo posto, con il ct del Giappone Hajime Moriyasu che dopo aver consolato i suoi giocatori sconfitti ai rigori dalla Croazia, si è battuto il petto e si è inchinato per sei secondi davanti ai tifosi. Un gesto le cui radici affondano nella cultura dei samurai: un profondo inchino con la schiena piegata a 45 gradi, chiamato ‘Saikeirei’, l’inchino riservato alle occasioni speciali per ringraziare oppure per scusarsi. "Volevo salutare i fan che ci hanno sostenuto fino alla fine" ha spiegato. Moriyasu, 54 anni, ha anche ringraziato il primo giapponese a calciare e sbagliare un rigore nel finale, Takumi Minamino. Lo ha raccontato lo stesso attaccante: "Ero fiducioso, volevo tirare il primo o il quinto. Quando la partita è finita sono scoppiato in lacrime, in ginocchio. Poco prima di salire sull’autobus il ct Moriyasu mi ha detto: grazie per aver calciato per primo il calcio di rigore. Hai avuto un ruolo difficile in questo torneo, ma grazie per aver sostenuto la squadra senza lamentarti maì".