Venerdì 19 Aprile 2024

Seleçao, cade il tabù della maglia numero 24

Bremer l’ha indossata per la prima volta, in Brasile era evitata perché considerata un simbolo della comunità omosessuale

di Doriano Rabotti

Il tabù è sempre, prima di tutto, nella nostra testa. Essere scaramantici è un bel primo passo per portarsi sfortuna, per chi ci crede ovviamente. E così fa sorridere che dopo tanto tempo e un pregiudizio assurdo come sanno essere i pregiudizi, il Brasile abbia sfatato il tabù della maglia numero 24.

Per la prima volta un giocatore della Seleçao è sceso in campo con quel numero di maglia, che non veniva utilizzata per un retaggio antico e ottuso, perché viene considerato un numero simbolo dell’omosessualità. Solo che a differenza della fascia arcobaleno con la scritta One Love che tante polemiche ha suscitato in un paese dove essere gay è un reato, la storia della 24 evidentemente non era nota agli organizzatori del mondiale.

Meglio per Gleison Bremer, difensore della Juventus, che ha indossato la 24 nella gara persa contro il Camerun. In Italia Bremer porta la numero 3, in Brasile la 24 è stata evitata perché viene associata con l’omosessualità, che comunque era reato anche in Brasile fino al 2019, mica un secolo fa..."Per me è una maglia come un’altra, l’importante è partecipare alla Coppa del Mondo, il numero non conta", aveva spiegato Bremer una settimana fa.

Perché la 24 ha quel significato, solo in Brasile a quanto pare? Sembra che derivi dal “Jogo do bicho”, un gioco d’azzardo illegale nato nel 1892 in cui il numero, un po’ come nella nostra smorfia, veniva associato al cervo, animale che assume anche comportamenti omosessuali. E la parola portoghese che indica il cervo, ’veado’, somiglia molto a ’viado’. In Brasile la tolleranza nei confronti dei gay, anche in ambiente calcistico, è ancora da...finire di costruire: fuori dagli stadi ci sono aggressioni quasi quotidianamente. E il numero 24 viene usato a titolo denigratorio, nelle battute tra uomini: quando uno è nato il 24 dice di essere nato il 23+1, per esempio. Anche per questo, il numero è diventato per la comunità LGBTQ+ un simbolo di rivendicazione de diritti.

Il dato storico è che nelle ventuno edizioni precedenti dei mondiali nessuno della Seleçao aveva indossato la 24. E anche se in parte la novità nasce in modo quasi obbligato dalla possibilità di tesserare 26 giocatori con numeri da 1 a 26, in Brasile hanno colto l’occasione: "Sentiamo un’aria di maturità, ora è più ovvio che un certo numero non ha nulla a che fare con l’orientamento sessuale di una persona", ha detto Railson Oliveira, fondatore di FieL LGBT, collettivo di tifosi arcobaleno del Corinthians.