Giovedì 18 Aprile 2024

Richarlison, dalle favelas all’isola deserta

Vuole vincere per regalarsi un posto dove vivere con belle donne: "Il calcio mi ha salvato, sono cresciuto in un quartiere povero"

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di Leo Turrini

Chissà se è serio o se parla tanto per dare aria ai denti. Di sicuro questo Richarlison, attaccante del Brasile che debutta stasera sul palcoscenico del Mondiale contro la Serbia di Vlahovic, ecco, di sicuro è un tipo sopra le righe. Leggere per credere: "Voglio regalare alla Seleçao la sesta Coppa e poi a fine carriera comprarmi un’isola deserta e riempirla di belle donne tutte per me".

Facciamo che le idee sono chiare, ma del resto mica il suo è il primo caso di campione della pedata cresciuto scappando dalla miseria, dall’odore terribile dei bassifondi, dalla ferocia degli ultimi che più ultimi non si può.

Maradona, che peraltro era vagamente più bravo di Richarlison, veniva da un quartiere senza acqua corrente. Garrincha mangiava un giorno sì e un giorno no. Ed è difficile sottrarsi alla suggestione del football che, in certi ambienti, è l’unico “ascensore sociale” che funziona, un po’ come accadeva (e da qualche parte ancora accade) con il pugilato.

Anche Richarlison, oggi tesserato per il Tottenham di Antonio Conte, pare aver spesso fatto a cazzotti nella vita. Non sul ring, ma per le viuzze devastate di una favela. Per campare, il monello menava le mani e intanto imparava a dribblare. E il calcio gli ha salvato la pelle, non in senso metaforico.

"Facevo dei lavoretti per aiutare la famiglia – ha raccontato il titolare della nazionale verdeoro –. Un giorno un narcotrafficante si mise in testa che bighellonavo per la favela mirando a soffiargli il ruolo di spacciatore. Mi puntò una pistola alla tempia: non mi sparò soltanto perché lo convinsi che in realtà giocavo a pallone e stavo andando ad allenarmi con i compagni del quartiere. A me è andata bene, tanti miei coetanei non ci sono più, sono morti giovanissimi…"

Stasera Richarlison fa coppia con Neymar contro i serbi. Meno pericolosi della gente da favela.