Mondiali Qatar 2022, scoppia un'altra polemica: adesso si "nasconde" la birra

In Qatar c'è una nuova grana: stavolta è la birra (e uno sponsor storico) a finire sotto accusa. Stand spostati in luoghi isolati per non urtare la sensibilità della popolazione locale

Il mondiale 2022 in Qatar passerà alla storia come uno degli eventi calcistici più discussi di sempre. Dalle accuse sugli incidenti mortali durante la costruzione degli stadi alle ultime critiche sull’accoglienza dei gay in terra qatariota, a pochi giorni dal calcio di inizio finisce sotto accusa anche la birra. Secondo quanto riferito dal New York Times, infatti, il governo del Qatar avrebbe deciso di "nascondere" gli stand che vendono la birra per non toccare la sensibilità della gente del posto, non abituata alla vendita libera di alcolici.

Gli stand della birra in luoghi appartati

I tifosi che si recheranno in Qatar per assistere alle partite del torneo, qualora decidessero di bere una birra prima o dopo il match, potrebbero avere delle difficoltà a trovare gli stand che la vendono. Il motivo? Il governo qatariota avrebbe deciso di spostare in luoghi isolati e poco visibili i gazebo che vendono la birra nei dintorni degli stadi che ospiteranno le partite del mondiale. Il provvedimento è stato preso perché – nonostante in Qatar la vendita di alcolici non sia illegale – la popolazione dell’Emirato non è abituata a un consumo libero di birra e potrebbe subire delle conseguenze.

Lo sponsor dei mondiali

La nuova polemica sulla birra ai mondiali del Qatar 2022 è supportata anche dal fatto che uno degli sponsor storici della competizione è proprio un’azienda che la produce: la Budweiser. Il marchio è uno dei partner di lungo corso della competizione iridata e ha pagato per ottenere l’esclusiva della fornitura di birra durante i mondiali. Un portavoce dell’azienda ha spiegato al New York Times di essere già in contatto con la Fifa per assecondare la richiesta del governo qatariota. L'azienda ha comunicato diplomaticamente che la decisione è legata a circostanze "fuori dal nostro controllo". Lo stesso Budweiser aveva però pubblicato anche un altro messaggio su Twitter scrivendo: "Beh, questo è imbarazzante" riferendosi al divieto, prima che il post venisse cancellato. Dunque, i tifosi dovranno faticare un po’ di più per bere una "bionda" prima o dopo le partite.