Venerdì 19 Aprile 2024

Mondiali Qatar 2022, i portieri estrosi. I predecessori di Onana: da Jongbloed e Highita

Gli estremi difensori fuori dalle righe, fra bizze, uscite fuori dai pali e caratteri da prendere con le pinze

Andrè Onana

Andrè Onana

Qatar, 1 dicembre 2022 - Le bizze del portiere del Camerun, Andrè Onana, hanno fatto il giro del mondo. Difficile che la situazione passasse inosservata vista la vetrina iridata. Ma non è la prima volta che, un portiere, lascia il segno, in qualche modo, sui campionati del mondo.

Per chi ha avuto la possibilità di seguire il calcio quando il colore non era ancora arrivato – e i televisori erano solo in bianco e nero –, il portiere tipo aveva l’aspetto di Dino Zoff. Maglietta e calzoncini neri, tipo taciturno senza tanti fronzoli per la testa. Del resto, di quel periodo, a proposito di colori, c’era anche Fabio Cudicini, visto a difendere i pali di Roma e Milan. Il soprannome di Cudicini, per la conformazione del fisico e per il look adottato era quello di Ragno Nero.

Ma prima di Onana, qualche altro portiere fuori dalle righe s’è visto. Mondiali di Germania – quando le due Germanie erano divise – anno di grazia 1974. I portieri estrosi sono sostanzialmente due. Il primo è Jan Tomaszeski, estremo difensore polacco. Ha i capelli lunghi, come vanno di moda in quegli anni Settanta (magari non per tutti i calciatori) e lui, per tenerli fermi, usa una fascetta. La fascetta bianca, più ancora del talento – perché Jan era davvero bravo – lo portano agli onori della cronaca.

Più di lui, in quello stesso mondiale, ecco l’olandese Jans Jongbloed. Tutti sono convinti che a difesa dei pali dell’Olanda, la Nazionale del calcio totale, si sarà Piet Schrijvers (forme robuste) perché è anche il numero uno dell’Ajax, la squadra dei Paesi Bassi più nota. E invece no. A difesa dell’Olanda eccono Jongbloed, maglione giallo fluo e numero 8 sulle spalle. Le mani non le usa quasi mai. Va con i piedi. E’ un difensore aggiunto. In quell’Olanda rivoluzionaria subirà pochissimi gol, trascinando la squadra fino alla finale, persa poi 2-1 con la Germania Ovest.

Passano 16 anni, i Mondiali si gioca in Italia. A difesa degli azzurri c’è Walterone Zenga, cresciuto nell’Inter. Ma il portiere che colpisce per il suo modo di stare in campo è il colombiano Renè Higuita. Capelli ricci e lunghi, anche lui gioca con i piedi. Segna gol, evento insolito per un portiere, ma para, talvolta, con una tecnica altrettanto inusuale che passa alla storia come colpo dello scorpione. Si lascia cioè superare dal pallone e, senza usare le mani, lo devia con la suola delle scarpe con una torsione del corpo notevole.

E in Italia? Restiamo a guardare, con il dubbio che, almeno la prima stagione, in Francia, non abbia contribuito alla crescita e ai miglioramenti di Gigio Donnarumma.