Gli Usa cancellano Allah dalla bandiera dell'Iran: Teheran protesta con la Fifa

Rimosso l'emblema della Repubblica islamica sui post dedicati alla sfida decisiva di domani sera ai Mondiali: "Sostegno alle donne che lottano per i diritti fondamentali"

L'appuntamento è per domani - martedì 29 novembre - alle 20. In campo si affrontano Iran-Stati Uniti: partita decisiva per la sorte delle due nazionali ai Mondiali, ma anche sfida dai forti risvolti politici tra Paesi nemici. E la tensione è già alle stelle.

La federazione calcistica di Teheran ha protestato con la Fifa dopo che l'emblema della Repubblica islamica è stato rimosso dalla sua bandiera nei post social della squadra degli Stati Uniti. Gli Usa hanno affermato di aver deciso di non utilizzare la bandiera ufficiale dell'Iran per mostrare "sostegno alle donne in Iran che lottano per i diritti umani fondamentali".

I post, secondo quanto affermato da un portavoce della federcalcio a stelle e strisce, sono stati sostituiti con quelli che utilizzavano la bandiera iraniana corretta, ma ha aggiunto: "Sosteniamo ancora le donne iraniane".

La marcia di avvicinamento alla gara si era già accesa prima del corto circuito sul simbolo della bandiera: dal ritiro della nazionale asiatica e da Teheran era partita una bordata contro Juergen Klinsmann, che è stato anche ct degli Usa. Il tedesco è finito nel mirino per alcuni commenti in cui accusava il Team Melli di aver influenzato l'arbitro durante la partita vinta venerdì scorso sul Galles. La federcalcio iraniana e il ct Carlos Queiroz hanno chiesto alla Fifa di far dimettere Klinsmann dal gruppo di studio tecnico di cui fa parte, mentre l'ex interista ha provato a rettificare parole che alcuni hanno visto come un 'avvertimento' per gli Stati Uniti in vista del match di martedì. Commentando la partita per la Bbc, il tedesco aveva sottolineato come giocatori e panchina dell'Iran "si lavorano l'arbitro, il guardalinee, il quarto uomo. Ti fanno perdere la concentrazione e lo fanno apposta. Fa parte della loro cultura".

Parole che hanno fatto infuriare Queiroz, che su Twitter ha replicato: "Queste osservazioni sulla cultura iraniana, sulla nazionale e sui miei giocatori sono una vergogna per il calcio". La Federcalcio iraniana ha chiesto chiarimenti alla Fifa e ha preteso le scuse e le dimissioni di Klinsmann. Inutili, per il momento, le scuse dell'ex ct, sempre alla Bbc: "Io ho descritto il loro modo emotivo di fare le cose, che è ammirevole - ha detto -. L'intera panchina partecipa al gioco e Carlos è un allenatore molto emotivo, è costantemente in piedi a cercare di trasmettere ai suoi giocatori tutta la sua energia".