Giovedì 18 Aprile 2024

Il Qatar unisce il mondo anche nelle proteste

A Parigi manifestanti si fingono morti per ricordare i caduti nei cantieri, commemorati in chiesa a Utrecht. E un comico sfida Beckham

Una volta chi protestava faceva i sit-in, si sedeva davanti a una fabbrica, per esempio. Ieri a Parigi hanno fatto un die-in, fingendosi morti per protesta. Mentre in Qatar iniziava il mondiale, nella capitale francese centinaia di attivisti rispondevano alla chiamata della manifestazione di boicottaggio chiamata ’Red Card to Qatar’, sdraiandosi sul selciato di Place de la Republique tra nastri gialli con la scritta ’scena del crimine’, a ricordare i tanti morti sul lavoro nei cantieri che hanno costruito gli impianti e le infrastrutture per il mondiale degli sceicchi.

E’ solo una delle tante forme di protesta plateale scelta da chi osteggia la kermesse della Fifa (tra gli striscioni appesi nella capitale francese, uno portava la scritta ’Fifa Tue’, la Fifa uccide). Altre località d’oltralpe hanno deciso di non allestire maxischermi per seguire le partite, mentre in Olanda chi ha scelto di farsi sentire lo ha fatto quasi in silenzio, o meglio nel raccoglimento della preghiera. A Utrecht il gruppo apartitico Micha Nederland, in collaborazione con alcune associazioni per i diritti civili, ha organizzato una messa per ricordare gli operai caduti durante i lavori, che sarebbero almeno 6.500. La chiesa di Domkerk era piena e fuori c’era la fila.

Un altro bersaglio della protesta è l’ex campione inglese David Beckham, che si è prestato a una campagna di promozione turistica per il Qatar posando davanti a porte trasformate in scene da cartolina. Il comico inglese Joe Lycett l’aveva sfidato, chiedendogli di fare un gesto simbolico in favore dei diritti umani violati: rifiutare i 10 milioni di sterline offerte all’ex capitano inglese dagli organizzatori della Coppa del Mondo. Invito rifiutato: quindi ieri Lycett, che è anche un attivista gay, ha pubblicato un video in cui getta diecimila sterline in un tritarifiuti, ovvero i soldi che aveva promesso di versare in beneficienza a organizzazioni che sostengono i gay nel calcio.

Beckham non ha mai risposto, ieri il comico ha pubblicato il video sul sito benderslikebeckham.com ("piegati come Beckham"), in cui distrugge le mazzette di denaro, cosa che in Gran Bretagna è perseguibile sul piano penale. "Sempre meglio che essere gay a Doha", ha risposto Lycett.

In campo, si moltiplicano le fasce da capitano arcobaleno con la scritta ’One Love’, per sostenere i diritti della comunità LGBTQI+: oltre al portiere della Germania la indosseranno l’olandese Van Dijk oggi nell’esordio contro il Senegal e il gallese Gareth Bale contro gli Stati Uniti. A proposito degli Usa: Il ct degli americani Gregg Berhalter ha detto che il presidente della Fifa Gianni Infantino "ha il diritto di esprimere le sue opinioni, noi abbiamo il diritto alle nostre. Questa Coppa del Mondo può aiutare a portare consapevolezza". Gli americani hanno ricevuto la chiamata del presidente Biden: "So che siete gli underdog, ma schockate tutti: il paese è con voi".